Remontada e triplete sono due parole spagnole. Ma suonano un po’ straniere all’altalenante Real Madrid, dopo la caduta del Bernabeu con il Valencia, utile alla fuga del Barcellona nella Liga, e soprattutto dopo il doloroso 3-0 appena incassato a Londra, dove l’Arsenal ha stravinto l’andata dei quarti di Champions. La tripletta classica (Champions, campionato e coppa nazionale) si allontana. E Ancelotti, l’italiano cosmopolita eletto eroe meno di 4 mesi fa alla Coppa del mondo per club come allenatore più vincente della storia madridista (15 titoli), oggi viene crocifisso da una critica che prevede un’unica modalità di assoluzione: la vittoria. Secondo le più sbrigative conclusioni, il suo destino si deciderà da qui alla finale di Coppa del Re con il Barcellona il 26 aprile, preceduta mercoledì prossimo dal ritorno con l’Arsenal a Madrid. La rimonta sarebbe epica pura e garantirebbe l’inseguimento al triplete, che però ha nel Barcellona del prodigioso Yamal e dello stratega tedesco Flick un ostacolo alto.
Cosa deve fare Ancelotti per salvare la panchina
Riassunto. Ancelotti, per salvare la panchina, dovrebbe eliminare l’Arsenal, battere il Barça in Coppa del Re e replicare in Liga nel confronto diretto dell’11 maggio. Se non gli riuscisse la gimkana, sarebbe già pronto il sostituto: lo spagnolo Xabi Alonso, allenatore del Bayer Leverkusen, secondo i media castigliani più oltranzisti, avrebbe già firmato un contratto preliminare.
Real Madrid, tante stelle in una rosa imperfetta
In verità la remontada in Champions potrebbe essere salvifica per Ancelotti, che paga la rosa squilibrata, infarcita di stelle intermittenti, da Mbappé a Vinicius, da Bellingham a Rodrygo. Florentino Perez ne ha affidato il complesso assemblaggio tattico e la gestione al massimo specialista in materia. Però Kroos, regista prediletto, ha lasciato il calcio e Ceballos, che ne aveva raccolto l’eredità, si è infortunato come Carvajal e Militao, mentre Alaba non è più lo stesso, dopo l’operazione al ginocchio, e il formidabile portiere Courtois, dopo analogo guaio, va dosato. Così a Londra Valverde è stato dirottato in difesa e Modric, Pallone d’oro di 39 anni, ha fatto il mediano. La convivenza tra Mbappé e Vinicius, che amano entrambi partire da sinistra, ha prodotto gol (32 il francese, 19 il brasiliano), ma contro avversari atletici, come l’Arsenal, la tattica vacilla.
Ancelotti: “Al Bernabeu può succedere di tutto”
Viste le 11 sconfitte stagionali, servirebbe un’impresa dietro l’altra. Ma Ancelotti è avvezzo ai contrattempi (gli infortuni non mancarono la scorsa stagione, eppure vinse Champions, Liga e Supercoppa di Spagna), cui va aggiunto il processo per questioni fiscali: “Noi ci proviamo. Nel calcio può succedere di tutto. E al Bernabeu ancora di più”, ricorda. Gli argomenti usati contro di lui sono ritriti: “Non sa innovare il gioco e i giocatori non lo ascoltano”, gli imputano i media spagnoli, che diffondono un video in cui Bellingham, nell’intervallo con l’Arsenal, sembra dissentire dalle spiegazioni dell’allenatore. Che alle forzature mediatiche non replica: «Rice non aveva mai segnato su punizione», annota fatalista le due perfette parabole dal limite del centrocampista inglese. Le invenzioni lui ora se le aspetta da Mbappé. Parlando a laSexta la stella madridista giura di non volere restare a guardare il 31 maggio la finale di Monaco di Baviera: “Io voglio la Champions col Real”.