UDINE – Si può rivoltare una stagione con un clic? Un’annata piena di guai, ma in un attimo Theo Hernandez è capace di riscrivere giudizi e certezze. È lui il volto della vittoria del Milan a Udine, la partita della svolta (tattica). Trascinante, impetuoso, devastante. Ha messo a ferro e fuoco la sua corsia di competenza, con una continuità inedita. La corsa da centometrista, gli scambi con Leao, il gol come ciliegina sulla torta. Soprattutto, la faccia giusta dal primo minuto. Quello che è a lui è mancato più di tutto nelle ultime settimane. Quante volte lo abbiamo visto svogliato, apatico, quasi disinteressato a quello che gli accadeva intorno? Contro l’Udinese si è invece mostrato nella sua versione migliore. “Tutti sappiamo che lui a livello offensivo è il miglior giocatore al mondo nel suo ruolo. Con il 3-4-3 è più protetto”, ha detto Conceiçao. Meglio tardi che mai.
Il momento più basso l’espulsione col Feyenoord
Scuotersi a metà aprile resta un’innegabile colpa di Theo, finito in copertina finora solo per le cadute. Il momento più basso lo ha toccato nella partita di ritorno del playoff di Champions con il Feyenoord. Milan in vantaggio 1-0 a San Siro, e lui prima si fa ammonire per pura voglia di mostrarsi maschio alfa, trascinando per il bavero della maglia Hadj, poi completa la frittata prendendosi un secondo giallo per una plateale simulazione. Diavolo in 10, rimontato e eliminato. Nella galleria degli orrori anche il cooling break contro la Lazio trascorso da solo con Leao ignorando Fonseca, un rigore strappato a Pulisic e sbagliato contro la Fiorentina (gara pure chiusa con un’espulsione), una lunga lista di disattenzioni difensive che sono costate reti subite ai rossoneri (a Cagliari, a Bergamo con l’Atalanta).
I 40 milioni offerti dal Como a gennaio
Passi falsi che hanno portato il Milan a ritenerlo cedibile. A gennaio il Como ha offerto per lui 40 milioni e il Diavolo aveva di fatto accettato, ma Theo ha scelto di restare quasi offeso per la chiamata di una società che non appartiene all’élite del calcio. La sensazione è che, con una proposta adeguata (sia per lui sia per il club) in estate possa essere ceduto, anche considerando che le trattative per il rinnovo del contratto in scadenza nel 2026 sono ferme. Però chissà, magari la svolta tattica (è facile pensare che si andrà avanti con il 3-4-3 fino al termine della stagione) lo rigenererà al punto da modificare piani già definiti.