TORINO — La Juventus di Tudor non è una squadra che tergiversa, che la prende alla larga. Va dritta verso la porta, con il minore numero di passaggi possibili e lo fa appena può, nella fattispecie dopo neanche due minuti: triangolazione Thuram-Vlahovic-Koopmeiners e diagonale sinistro dell’olandese rifiorito. Verranno altre azioni simili, Vlahovic pasticcerà più e più volte in area ma quando sai che il mondo ti sorride l’errore non pesa più sulle spalle come prima, quando proprio la pesantezza (di pensieri, di idee) sembrava l’amico immaginario della Juve, o il nemico vero. I piedi di Vlahovic restano quello che sono (Tudor non può tutto), però dalla sua mente sgombra è scaturito un nuovo assist, quello del 2-0 di Yildiz. Anche in questo caso la rete ha seguito un protocollo: l’azione l’ha di nuovo avviata Thuram e il 9 ha fatto la sponda per il turco. Mediano-centravanti boa-fantasista: questa è la formula, semplice e pratica.
Juventus terza aspettando Atalanta-Bologna
Sarebbe tutto filato liscio se quel peso di cui si diceva non si fosse ripresentato a cinque minuti dalla fine, quando sulla Juve è calato un velo nero come le minacce del passato e il Lecce, che aveva dato l’idea di arrendersi al verdetto con largo anticipo, è arrivato addirittura a sfiorare il pareggio. Tudor l’ha scampata un’altra volta di misura, ma per 85’ s’è vista la Juve più sua, più somigliante alle sue aspirazioni. E anche meglio messa in classifica, visto che ora è terza.
«la cronaca della partita»
Lecce a rischio retrocessione
La Juve ha giocato con allegria, perciò si è divertita oltre che divertire. Poi, certo, il Lecce ha dato una bella mano: Giampaolo, che guida una squadra che sta colando a picco (un punto, contro il Venezia, nelle ultime sei), è riuscito a rendere i suoi più vulnerabili di quanto già non fossero passando dal solito 4-3-3 a un 3-4-3 la cui improvvisazione è saltata gli occhi: bastava vedere il generale disorientamento ogni volta che la Juve s’avvicinava all’area. Quel povero diavolo di Krstovic ha dovuto fare tutto da sé: sull’1-0 ha preso un palo, impegnato Di Gregorio e rischiato di provocare una possibile espulsione di Veiga (invece gli è stato fischiato fallo contro), finché Giampaolo non l’ha sostituito in quanto diffidato, rinunciando quindi con tre quarti d’ora d’anticipo a qualsiasi velleità, anche se alla fine non sembrerà così.
Juve, con il Lecce 5 minuti di paura
La Juve ha così potuto prendersela comoda: il secondo tempo è stato addirittura quasi lezioso, ma la squadra aveva tutto il diritto di spassarsela un po’. Alla lunga ha però abusato del bisogno di leggerezza che aveva, concedendo la rete di testa Baschirotto (punizione-cross di Helgason), secondo gol consecutivo incassato su calcio piazzato, e costringendosi a un finale spaventato, 5’ di paura ai limiti dell’assurdo, visto il tranquillo dominio esercitato fino a quel punto. Però chi è entrato non l’ha fatto col piglio giusto, specie Cambiaso e Kolo Muani, che sembra avere la testa a centinaia di chilometri da qui.
Il tabellino di Juventus-Lecce
Juventus 2 (2’ pt Koopmeiners, 34’ pt Yildiz)
Lecce 1 (42’ st Baschirotto)
Juventus (3-4-2-1): Di Gregorio 6.5 – Kalulu 6, Renato Veiga 6, Kelly 5.5 – Nico Gonzalez 6.5 (31’ st Conceiçao sv), Locatelli 6.5, Thuram 7, McKennie 6.5 (22’ st Cambiaso 5.5) – Koopmeiners 7 (22’ st Weah 5.5), Yildiz 7 (45’ st Savona sv) – Vlahovic 7 (22’ st Kolo Muani 5). All. Tudor 7.
Lecce (3-4-3): Falcone 6 – Baschirotto 5.5, Gaspar 5, Jean sv (11’ pt Tiago Gabriel 6) – Danilo Veiga 5 (32’ st Helgason 6), Coulibaly 5, Pierret 5, Gallo 5.5 (1’ st Sala 6) – Pierotti 4.5 (11’ st N’Dri 6), Krstovic 6.5 (1’ st Rebic 6), Tete Morente 5.5. All. Giampaolo 5.
Arbitro: Zufferli 5.
Note: ammonito Tete Morente. Spettatori 39.259.