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Superato il limite dei finali neri con la piena forma tornano i bomber

Antonio Conte rischia un gioco che appare monotono ma indovina
lo schema per la nuova coppia gol del Maradona

Ritorna il Napoli, si libera di certi imbarazzanti perché sui suoi finali remissivi. Diventava all’improvviso subalterno dopo un’ora di perentorio dominio. Deve anche al suo portiere se gioca su un terreno subito sminato, avendo rischiato il pari dell’Empoli nel primo tempo. Meret si fa notare al rientro con un elegante volo a destra per schivare una bastonata di Sebastiano Esposito. È il brivido che dà al Napoli una scossa che mancava. Si accorge che non sarà facile battere l’Empoli, ma che potrà riuscirvi perché si riconosce nella consapevole forza delle serate migliori. Regolerà senza grandi affanni il penultimo in classifica, apprezzato per coraggio, giovanile freschezza, fedele rispetto all’inizio dei compiti assegnati da Roberto D’Aversa, vecchia conoscenza di Conte ai tempi del Siena, ma tra bravi tecnici non ci si fida mai degli amici.

Il Napoli accetta un controllo ferreo in fase avanzata. Fazzini va su Lobotka e ne appanna un po’ la lucidità. Lo scozzese Henderson si occupa di Gilmour, che deve trovare i sincronismi proprio con l’indaffarato Lobotka. C’è un disguido che si ripete. Ma il Napoli accetta anche quello. Gioca solo per rifornire Lukaku, prima stazione di passaggio della fase offensiva. Una scelta dettata forse dal ricordo del vantaggio acquisito con una geniale deviazione di Lukaku, difende la palla e la smista verso McTominay che non aspettava altro per segnare il suo gol. Non un gol come tanti. Con questa rete McTominay eguaglia infatti il suo record. Altrettante reti aveva segnato nella Premier League con il Manchester United. Ma non finisce qui. Questo passaggio illuminante accredita la leadership di Lukaku. Giusto che sia lui a raddoppiare. Lo schema sembra un limite di fantasia per il Napoli, ma conviene. Lukaku è lo snodo. Il protagonista della serata. Si apposta sul versante destro, inseguito dal ventenne difensore livornese Marianucci. E influisce. Mentre si deprime in parallelo il gioco del Napoli sulla fascia sinistra, dove Neres ha delle pause, in una serata comunque anonima.

Conte ha il pregio di credere nelle sue idee anche quando rischia esiti scontati e prevedibili. Crede ancora in Lukaku, non cambia nulla nella dinamica di una strategia che sembra scontata. Basta aspettare che scada la prima ora e tutto si illumina nel cielo di Fuorigrotta. McTominay traduce nel terzo gol del Napoli, l’ottavo per lui, l’omaggio del benefattore di Anversa. Non si nasce per caso nella città dei diamanti.

Il Napoli esce da un complesso che si portava dentro. Supera il limite che era diventato un incubo, l’inizio della fase calante sul piano fisico, quanti tempestosi finali hanno costretto il Napoli a perdere punti, a vedere gli esigui vantaggi sfumare? L’ottimismo del momento aiuta il Napoli a superare l’impatto negativo di un odioso infortunio, l’ennesimo malanno muscolare esclude dalla partita il combattivo Juan Jesus, a sua volta ricambio del titolare Buongiorno tornato infermeria. Spazio per Rafa Marin, un personaggio da tempo in cerca di un ruolo nella commedia che il Napoli ha deciso di riscrivere. L’aveva interrotta nelle settimane peggiori, due vittorie in nove gare. Ma con il Monza ultimo che l’aspetta sabato il Napoli sembra di nuovo ispirato. Tocca all’Inter rispondere da Bologna. Pasqua nel campionato di Antonio Conte annuncia finalmente soprese.

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