MILANO – Kane confessa: “Non ho dormito, dopo gli errori nella gara d’andata”. Mkhitaryan annuncia a sorpresa: “Sento la fatica, a fine stagione potrei smettere”. Sono campioni, ma a sentirli parlare sembrano studenti alle prese con la notte prima degli esami, fra il timore di sbagliare e la brama di togliersi il pensiero. Sanno che questa sera, nella bolgia elettrica di San Siro, si giocheranno tanto.
Le parole di Inzaghi e Kompany
E lo sanno i loro allenatori. “Dell’andata dobbiamo ricordare la prestazione e dimenticare il risultato»”, dice Simone Inzaghi, dopo avere espugnato per 2-1 l’Allianz Arena, impresa che in Champions non riusciva a nessuno da quattro anni. “Abbiamo preparato una grande notte. Dobbiamo vincere, punto. I dettagli faranno la differenza”, replica il collega Kompany.
Le assenze del Bayern
In palio ci sono due partite contro il Barcellona e il sogno della finale. Sogno doppio, per il Bayern, che la giocherebbe in casa. Ma ancor più del risultato in Germania, per i tedeschi pesano le assenze. Inzaghi dovrà fare a meno solo di Zielinski, una riserva, e Dumfries. Per il resto, avrà tutti i titolari a disposizione, compreso Dimarco. Al contrario, Kompany ha recuperato solo Coman e Pavlovic, ed è improbabile che li rischierà dall’inizio. Non potrà contare su Davies, Ito, Upamecano, Neuer e Musiala. Lothar Matthäus non ha dubbi: “Nell’emergenza, la scelta giusta è affidarsi a Thomas Muller”, che l’inno della Champions lo ha sentito suonare 162 volte in carriera, segnando 57 gol. L’ultimo all’Inter, otto giorni fa, quando entrando dalla panchina ha regalato ai suoi l’illusione della rimonta.
San Siro esaurito, incasso super
Questa sera a San Siro — tutto esaurito, oltre 9 milioni di incasso — Muller si gioca la possibilità di vincere l’ultima coppa europea col Bayern, che saluterà dopo il mondiale per club. In una situazione simile sono i veterani dell’Inter, che a Monaco, per la prima volta nella storia della Champions, ha schierato quattro over 35. Oltre a Mkhitaryan, anche Darmian, Acerbi e Sommer, tutti promessi titolari stasera.
Inzaghi e il rinnovo
Chi è sereno quando si parla di futuro è Inzaghi, il cui prolungamento del contratto è stato definito da Marotta “una formalità”, indipendentemente da come andrà il finale di stagione, con campionato, Coppa Italia e Champions ancora in ballo. “Io qui sto bene, e questo conta”, ricambia il tecnico.
La tradizione positiva del Bayern a Milano
Se c’è qualcosa che Inzaghi teme è invece la troppa fiducia. Per la gara d’andata, e lo ha detto. Per il fatto che la squadra nerazzurra non perde in casa in Champions da 14 partite. Tutto troppo perfetto. “Giochiamo contro la squadra più forte del mondo, insieme al Real”, ha ricordato, sottolineando che ha il monte stipendi più costoso del mondo. L’Inter, il più economico fra le qualificate ai quarti. E i bavaresi amano particolarmente Milano, dove contro l’Inter hanno sempre vinto. Nel dicembre 1988, negli ottavi di Coppa Uefa, ribaltarono con un 3-1 il 2-0 subito all’andata. Un’impresa ripetuta nel 2011, sempre agli ottavi, questa volta in Champions: vittoria interista in Baviera ma passaggio del turno dei tedeschi. Inzaghi ama ripetere che “i precedenti non vanno in campo”. Ma qualcosa insegnano.