MILANO – Che fine ha fatto Santiago Gimenez? Il centravanti arrivato a gennaio al Milan come una sorta di messia si è smarrito. Non segna dal 18 febbraio, la partita di ritorno del play-off di Champions contro il Feyenoord. Sono passati due mesi, e intanto Santi ha anche perso il posto da titolare. Cosa non sta funzionando? Di certo l’altalena di risultati e prestazioni del Diavolo non l’ha aiutato. Ma le aspettative su di lui erano alte e, finora, sono state disattese.
I numeri di Gimenez con Feyenoord e Milan
Il messicano nella prima parte di stagione, al Feyenoord, aveva segnato 16 gol in 19 partite, uno ogni 75 minuti. Una media altissima, neanche avvicinata in rossonero. Dal suo approdo a Milano le reti sono state solo 3 in 13 gare, una ogni 256 minuti. Di più: Gimenez ha segnato in 3 delle prime cinque partite disputate con il Milan, in serie A con Empoli e Verona, in Champions contro il Feyenoord. Nel mezzo la gara d’andata a Rotterdam e l’esordio a San Siro in Coppa Italia contro la Roma (con annesso assist a Joao Felix). Sono numeri negativi, che fotografano la situazione.
Le scelte in attacco di Conceiçao
Conceiçao gli ha dato tanta fiducia, poi dopo la sosta per le nazionali di marzo ha rivoluzionato le gerarchie offensive schierando titolari Abraham e Jovic con Napoli, Fiorentina e Udinese. A Udine Santi non è neanche andato perché acciaccato – anche oggi ha lavorato a parte, seguendo un programma personalizzato: rientro in gruppo previsto tra giovedì e venerdì, con l’Atalanta dovrebbe essere a disposizione – ma la sostanza non cambia.
Il ruolo e le difficoltà di adattamento
Perché Gimenez sta facendo così tanta fatica? Il problema è innanzitutto tattico. Santi è un centravanti d’area di rigore, uno che si esalta davanti alla porta avversaria, un bomber letale negli ultimi metri. È un finalizzatore, perfetto per squadre che fanno tanta densità offensiva. Meno funzionale, invece, per correre in contropiede o legare i reparti, smistare il gioco e servire le ali offensive. Poi c’è da mettere in conto un fisiologico periodo di adattamento a un calcio diverso rispetto a quello olandese. In serie A le difese sono più organizzate rispetto a quelle olandesi. La libertà che Gimenez aveva in area di rigore in Eredivisie, qui non ce l’ha.
Quanto è costato Gimenez
Altro fattore da tenere in considerazione, l’età: Santiago è ancora giovane, venerdì compirà 24 anni. Anche per questo il Milan a gennaio ha fatto un investimento importante per lui, 28,5 milioni più bonus. In società nessuno vuole correre con giudizi affrettati, però di sicuro Gimenez finora non ha convinto. Tra i dossier che dovrà gestire il nuovo direttore sportivo (Tare è il grande favorito per il seggio vacante) c’è anche quello sul centravanti: nella prossima stagione si andrà avanti con Gimenez o si cercherà una nuova punta? Il Milan è orientato ad aspettare Santi, ma molto dipenderà dalle idee del ds e dell’allenatore del futuro. In ogni caso il reparto offensivo, considerando che Jovic è in scadenza di contratto e il prestito di Abraham pure è vicino alla fine (ma potrebbe aprirsi una trattativa con la Roma per l’acquisto a titolo definitivo), andrà ridisegnato.