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Conte, stoccata al Napoli per la cessione di Kvara. “Ma a Monza zero alibi”

Oggi (ore 18) sfida scudetto. L’allenatore riperde Neres e si infuria per l’emergenza. “Con l’addio del georgiano disattese le promesse”

I calcoli non gli appartengono, meno che mai con un appuntamento sulla carta cruciale alle porte. Antonio Conte è un istintivo per carattere e sono quindi molte di più le volte in cui parla ascoltando la sua pancia, come gli è parzialmente successo anche alla vigilia della trasferta di oggi pomeriggio (ore 18) a Monza. Gli azzurri si giocano una fetta di scudetto e sono obbligati a vincere per agganciare in testa alla classifica l’Inter, in campo a sua volta domani a Bologna. Ma nello stupore generale, poco prima di mettersi in viaggio per la Lombardia dal centro sportivo di Castel Volturno, l’allenatore leccese si è fatto sfuggire una inattesa frecciata nei confronti della società. «Sono qui da otto mesi e ormai mi sono reso conto che alcune cose a Napoli non si possono fare. Sono state dette tante cose all’inizio dell’anno, da parte mia: alcune posso confermarle e altre no. Non rinnego niente, ma non ne la sento adesso di confermare tutto quello che dissi al mio arrivo. È stato chiaro in tal senso il discorso di Kvaratskhelia: dissi che il nostro non doveva essere più un club di passaggio e invece non è stato così. Per questo motivo non vorrei più sbilanciarmi su promesse disattese», ha tuonato infatti il tecnico leccese, dando indirettamente voce a chi lo considera – nonostante sia sotto contratto fino al 2027 – ai ferri corti con Aurelio De Laurentiis e già a un passo dall’addio. La cessione a gennaio del campione gennaio (e ancora di più la sua mancata sostituzione…) erano stati in effetti un vulnus, di cui però l’ex ct in precedenza si era mai lamentato. Nemmeno nei momenti intollerabili dell’emergenza.

Perché proprio ieri pomeriggio, allora? Per rompere il giocattolo sul più bello? Razionalmente non avrebbe senso e per questo va messa nel conto una reazione di pancia, visto che Conte era stato infornato pochi minuti prima della conferenza dei problemi fisici di Neres: un colpo basso sul nervo sempre scoperto della cessione di Kvaratskhelia e della sua sostituzione con Okafor. Uno sfogo del momento, insomma: dettato dalla consapevolezza di essere di nuovo in piena emergenza e questa volta nel momento decisivo del braccio di ferro per lo scudetto. Il tecnico leccese è troppo esperto e diretto, del resto, per cercare una maldestra “exit strategy” con dietro l’angolo una partita così importante.

Infatti subito dopo Conte aveva già cambiato registro, concentrandosi in maniera battagliera sul presente. «Siamo al secondo posto a soli 3 punti dall’Inter, anche se in trasferta ci manca il successo da tanto tempo. Ma non c’è mai mancata la regolarità. Prima di tutto dobbiamo ancora conquistare il pass matematico e prestigioso per la Champions, che all’inizio della stagione non era un traguardo preventivabile. Questa gara può farci fare un passo in più e darci la possibilità di andare ancora fastidio. Ai nostri tifosi dico di continuare a sognare…». Altro che resa o testa altrove, insomma. Con o senza Neres, passato lo sconforto del momento, il tecnico ci proverà con tutte le sue forze: sfidando di nuovo l’emergenza. «Gioca Rafa Marin perché questo abbiamo, visto che su quattro difensori a disposizione ce ne sono due infortunati. Stiamo monitorando la situazione di Buongiorno, ma non vogliamo mettergli fretta. Detto ciò alibi zero: a Monza si va in campo per conquistare i tre punti. Le partite bisogna vincerle in campo, mi ricordo dello scudetto perso dalla Roma con il Lecce. Nessuno ci regalerà nulla e in Lombardia abbiamo tutto da perdere». Il momento dei bilanci e della resa dei conti può attendere. C’è in ballo lo scudetto.

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