Milano – Cancellare un ricordo amaro, rispondere al Napoli. Quando McTominay ha segnato al Monza, l’Inter era arrivata da pochi minuti a Bologna. Inzaghi si aspettava l’aggancio, ma è consapevole di avere ancora un vantaggio potenziale di tre punti. Torna sul campo dove tre anni fa perse uno scudetto e lo fa in una partita decisiva nella lotta al titolo. Questa del Dall’Ara “è la gara più importante dell’anno”, secondo Marotta. Un messaggio chiaro, diretto ai giocatori e anche all’allenatore: il Barcellona, che intanto ha perso Robert Lewandowski, può aspettare, così come il derby di Coppa Italia contro il Milan, mercoledì. Questo è il momento chiave per indirizzare il duello con il Napoli.
Il Bologna è l’ostacolo più alto prima del traguardo
In campionato, il Bologna di Italiano è l’ostacolo più alto da qui al traguardo. Squadra giovane, frizzante, reduce da una sconfitta a Bergamo ma forte di otto risultati utili di fila in casa, tra cui i successi su Milan e Lazio e un pareggio proprio con la squadra di Conte. Quel pari “ci ha dato una spinta in più”, ha detto Frattesi dopo il 2-1 a Monaco. L’aspetto psicologico avrà un peso anche in Emilia: l’Inter deve fare risultato per tenere un piede avanti in classifica.
Niente turnover, le coppe possono aspettare
Anche per questo Inzaghi derogherà rispetto a quanto fatto nelle ultime settimane. Niente turnover. Ad eccezione dell’infortunato Thuram e di Dimarco (al suo posto Augusto), giocherà la formazione migliore, la stessa che ha affrontato il Bayern. Il messaggio è doppio: lo scudetto viene prima della Coppa Italia, dove si vedranno dei cambi, e Simone non si fida del tutto di alcuni riservisti (vedi Asllani). In attacco Taremi non sta dando le garanzie attese, quindi stasera accanto a Lautaro agirà Correa. Non è ancora al meglio e inizierà dalla panchina Arnautovic, a segno per il Bologna nella partita maledetta e decisiva del 2022.
Il ricordo doloroso della sfida di tre anni fa
Quella sconfitta è ancora nella testa dei reduci. Una ferita mai del tutto chiusa. L’Inter arrivò al Dall’Ara a -2 dal Milan, ma con una gara in meno. Vincendo, sarebbe tornata in vetta. Passò in vantaggio con un gol di Perisic, poi il pareggio di Arnautovic e la papera di Radu che lanciò verso il titolo la squadra allora di Pioli. Un tatuaggio indelebile sulla pelle di Inzaghi. Vincendo domenica, un po’ di quel fastidio potrebbe svanire. Non sarà semplice. Il Bologna è iscritto a pieno titolo nella corsa al quarto posto, che vedrà in Milan-Atalanta un altro appuntamento chiave. In più, l’Inter ha vinto solo una volta nelle ultime sei lontano da San Siro (a Bergamo). Difficile parlare di mal di trasferta, perché nel mezzo Inzaghi è andato a vincere a Monaco, però certo va invertita la rotta.
Il Triplete è un obiettivo dichiarato
Il Triplete è più che un sogno. È un obiettivo dichiarato. Da ora al 6 maggio, data del ritorno con il Barcellona a San Siro, l’Inter giocherà sei partite decisive. Prima il Bologna, mercoledì il Milan, poi la Roma (sabato) e la doppia sfida alla squadra di Flick con nel mezzo il Verona a San Siro. Sabato il Barça ha vinto 4-3 con il Celta con un rigore al 98’ di Raphinha, confermando pregi (la qualità dell’attacco) e difetti (la fragilità dietro). Ma guardare avanti è una tentazione proibita ai nerazzurri. Rispondere al Napoli e cancellare i brutti ricordi: l’Inter non molla nulla.