NAPOLI – Per vincere lo scudetto bisogna vincere le prossime cinque partite e per riuscirci bisogna fare gol. Lapalissiano? Certo, ma per il Napoli anche parecchio complicato, specialmente ora che sulla testa degli azzurri incombe di nuovo la spada di Damocle dell’emergenza: dopo il secondo infortunio muscolare grave che ha messo fuori combattimento per almeno un mese David Neres. Già di per sé la sterilità offensiva era stata nel corso di tutto il campionato il rebus più complesso da risolvere per Antonio Conte, che si è accorto quasi subito di avere a sua disposizione un organico – numeri alla mano – poco prolifico: in assoluto e rispetto a quelli delle dirette avversarie.
La difesa del Napoli
Non a caso per restare nelle zone alte della classifica l’allenatore leccese si è aggrappato in primis alla solidità della sua difesa, che è la meno battuta nei 5 campionati top d’Europa. La resilienza è stata infatti decisiva per arrivare alla pari con l’Inter alla volata finale: impresa che era parsa disperata alla conclusione del mercato invernale, quando l’attacco era stato ulteriormente indebolito con la traumatica cessione di Khvicha Kvaratskhelia: 5 reti e 3 assist, nella prime 17 giornate. Di Lorenzo & C. hanno viceversa trovato la forza per non mollare mai la presa ed è così che – tra mille sofferenze – si sono guadagnati il diritto di sognare fino alla fine: grazie a tanti pareggi e alla continuità di risultati.
Senza Neres tocca a Raspadori
Adesso però serve un cambio di passo, già dalla sfida di domenica notte contro il Torino al Maradona, in cui per blindare il primo posto sarà obbligatorio osare. Conte finora ha potuto contare quasi esclusivamente sui gol di Lukaku (12) e McTominay (9). Oltre i suoi standard c’è pure Anguissa, a quota 6. Ma per fare il filotto nelle 5 partite che rimangono il Napoli ha bisogno del risveglio degli altri attaccanti. Su tutti Jack Raspadori, che si era già fatto trovare prontissimo – 3 reti in 5 gare – in occasione dello stop precedente di Neres. Toccherà di nuovo al jolly offensivo della Nazionale dare il cambio al compagno brasiliano tornato in infermeria.
L’attacco deve svegliarsi
Dovranno però cercare di rendersi utili anche Noah Okafor (finora utilizzato per appena 36′ dal suo arrivo in prestito a febbraio dal Milan), Cyril Ngonge e Giovanni Simeone. Il reparto offensivo azzurro contro Torino, Lecce, Genoa, Parma e Cagliari ha la chance per smetterla di essere il punto debole della squadra e dare finalmente il suo contributo nello sprint per lo scudetto.
Conte, niente conferenza: il motivo
La formazione per domenica resterà top secret e non c’entra la pretattica. Si ferma in qualche modo per lutto infatti pure il Napoli, che non è stato coinvolto dai cambiamenti del calendario della Serie A per la scomparsa del Pontefice. Ma in segno di rispetto da Castel Volturno è stata annunciata la decisione di Conte (molto religioso e colpito dagli eventi degli ultimi giorni) di restare in silenzio per tutta la settimana. “Sabato – in segno di rispetto e cordoglio per i funerali di Papa Francesco – non ci sarà la consueta conferenza stampa di vigilia del Mister”, ha comunicato infatti l’ufficio stampa del club azzurro. Il conto alla rovescia per la sfida al Maradona contro il Torino scivolerà dunque via nel segno della massima discrezione. Poi parlerà il campo: comincia la volata scudetto.