TORINO – Vlahovic e Kolo Muani costano alla Juventus un paio di milioni al mese ciascuno, pure nei mesi in cui non segnano: il serbo ne ha “compiuti” due proprio l’altra sera a Parma, quando il francese ne ha fatti due e mezzo. In questo lasso di tempo, le uniche reti di un bianconero dalle caratteristiche prettamente offensive sono state le due di Yildiz nel periodo Tudor (il turco, a sua volta, era a secco dall’11 gennaio), ma parliamo in assoluto della miseria di sette gol in otto partite, parliamo dell’attacco più asfittico tra le prime sei in classifica e del secondo peggiore tra le prime nove.
Tudor e le punte senza mordente
Parliamo di una squadra che arranca tra gli ostacoli dell’inconcludenza, che si è trovata sulla strada sia con il gioco di palleggio e avvolgimento di Thiago Motta, con gli esterni d’attacco larghi, sia con quello più diretto di Tudor, con i due trequartisti più vicini al centravanti. Thiago diceva di quanto fosse restia la squadra a riempire l’area (gli mancavano gli inserimenti che a Bologna facevano Ferguson e Fabbian), Igor dà la colpa invece alla morbidezza di punte senza mordente. Ha invidiato la rete di Pellegrino, quel colpo di testa perentorio, risoluto: gol così Vlahovic ha smesso di farne da un bel po’ mentre Kolo Muani, che tra campionati e Champions ha una media non stratosferica di una rete ogni tre partite e mezza, ne ha fatti di rado.
Milik fuori da quasi un anno
Può essere colpa del gioco che non c’era o se c’era non era quello adatto, della personalità fragile di una squadra tenera, delle idee di un allenatore troppo moderno o di un altro troppo all’antica, resta il fatto che il problema della Juve è sempre lo stesso: manca uno che faccia gol. Ah, in rosa ci sarebbe un terzo centravanti, Milik, ma il suo ginocchio non risponde ai comandi da quasi un anno.
Vlahovic, il giocatore più pagato della serie A
Vlahovic e Kolo Muani sono i simboli degli sbagli commessi dalla Juve negli ultimi anni, dalla nuova e dalla vecchia gestione. Il serbo è il giocatore della serie A pagato di più (81,6 milioni più 10 di bonus) e quello con lo stipendio più alto (12 milioni) ma nelle ultime tre stagioni è appena il quarto (dopo Lautaro, Lookman e Osimhen e alla pari con Lukaku) per numero di gol, 33: appena due in più di Orsolini, per dare un’idea. L’evidenza dello squilibrio tra costi e benefici è lampante.
KoloMuani, un prestito carissimo
Kolo Muani è stato pure lui una costosissima operazione d’emergenza, anche quella architettata a gennaio, quando si cercano toppe e non si bada a spese: è costato 3,6 milioni (più 2 di bonus) per affitto e commissioni, più altri 9 di stipendio lordo. Ha segnato 5 volte nelle prime 3 partite e poi stop, dando l’idea di avere staccato la sintonizzazione sulle frequenze juventine già ben prima del siluramento di Thiago Motta, che si era speso in prima persona per farlo arrivare. L’unica conseguenza del suo arrivo è stata l’emarginazione di Vlahovic.
Dusan e Randal, la coppia è già sciolta
Insieme, Dusan e Randal sono stati titolari due volte: contro l’Empoli in Coppa Italia, e sappiamo com’è andata, e per 45’ a Parma, prima che il serbo patisse un acciacco, un «sovraccarico muscolare alla coscia destra» che gli farà saltare Juve-Monza e lo mette in dubbio per Bologna-Juve. La coppia è già sciolta, ammesso che fosse mai nata: l’altra sera, Kolo Muani ha passato una volta il pallone a Vlahovic, Vlahovic nessuna a Kolo Muani. Tra le altre cose, alla Juve mancano le connessioni.