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In Bundesliga si festeggia la Liberazione. Dove? Nello stadio del St.Pauli, ovviamente

Il 25 Aprile in Germania non è una data che segna una ricorrenza, ma il club di Amburgo ha deciso di celebrarla lo stesso. In omaggio alla sua storia che va oltre il calcio

Il pareggio dello scorso sabato contro i campioni uscenti del Bayer Leverkusen ha dato una ulteriore spinta alla salvezza del Sankt Pauli in Bundesliga, un progetto a buon punto quando mancano 4 giornate al termine. Un gol per parte, quello della squadra di Amburgo lo ha segnato Carlo Boukhalfa. È un tedesco con origini algerine, uno dei tantissimi esempi della multiculturalità di un club unico. Il gol infatti è solo la punta di un iceberg fatto di ghiaccio bollente, pieno di iniziative che scavallano di gran lunga il mondo ingessato del calcio. Alle ultime elezioni in Germania per esempio, il club ha svolto una importante opera di sensibilizzazione sull’importanza di andare al voto. Inoltre moltissimi tifosi erano in piazza ad Amburgo (150mila unità) a manifestare contro il crescente fenomeno dell’estrema destra.

La Liberazione del St.Pauli

In Germania il 25 aprile è un giorno come gli altri. Farà eccezione per il St.Pauli, tradizionalmente molto legato all’Italia, che celebrerà l’anniversario della Liberazione con una iniziativa nel proprio stadio, il Millerntor, nel cuore del quartiere più alternativo della città. Tra coloro che interverranno, Mauro Berruto, deputato Pd, nel partito un ruolo con delega allo sport. Una carriera di altissimo livello come allenatore nel volley, culminata con la guida della nazionale azzurra maschile bronzo ai Giochi di Londra. “Il St.Pauli è una realtà che mi entusiasma per la grande attenzione ai temi sociali, penso sia un club unico al mondo nel suo modo di essere, un tutt’uno con la gente che rappresenta. Per quanto mi riguarda, lo sento molto vicino anche a quella che è stata la mia carriera nello sport, prima in panchina e poi nella politica”.

Berruto, del resto, ha appena scritto un libro (in uscita il 23 maggio) dal titolo Sport al Potere. “Sono 2800 anni, sin dai giochi di Olimpia, che sport e politica vanno a braccetto -analizza Berruto-. È sempre stato così, nel bene e anche nel male. Visto che parliamo di una realtà tedesca come il St.Pauli, viene immediato l’esempio delle Olimpiadi del 1936 strumentalizzate dal nazismo. Ma anche in Italia, dove parla tanto di stadi, basta ricordare i tanti costruiti durante il fascismo, con un regime che trovava consenso nello sport. Poi c’è anche lo sport che porta situazioni positive. A Los Angeles 2028 ci saranno più donne che uomini, e questo è un traguardo eccezionale che riguarda la società nel suo complesso”.

Secondo Berruto il fascino del St.Pauli ha un segreto: “È il porto, un luogo di partenze, arrivi, una costante contaminazione culturale. Penso a come siano diversi i club che si identificano con i porti. Dico le prime squadre che mi vengono in mente: Boca, Santos, Olympiacos, Napoli, Genoa, Liverpool. Spesso siamo di fronte a squadre con qualcosa di unico, che spesso si fondono con generi musicali struggenti, ricchi di malinconia. Penso al tango o alla canzone popolare ligure. E a St. Pauli hanno addirittura iniziato i Beatles”.

Lo scandalo dell’inno scritto da un nazista

Restando in tema di musica, recentemente ha fatto un certo scalpore la storia dell’inno scritto da un nazista e quindi da bandire. Al St.Pauli, severi con loro stessi e attenti studiosi di storia, non si sono buttati nel polverone ma hanno ricostruito i fatti. La premessa, come ci hanno spiegato fonti del club, è che pur cantata allo stadio prima della sospensione, la canzone ‘Il Cuore di Sankt Pauli’ è un inno al quartiere. Eseguita per la prima volta nel 1956 da Liselotte Malkowsky, originò anche un film che era una sorta di romantica dedica al fascino del posto, ma senza alcun legame con il club. E all’attore principale, Hans Albers, è anche dedicata la piazza principale vicino al porto. Circa Josef Ollig, lo scrittore del testo che, dopo la notizia del presunto legame con il regime nazista è stato oggetto di striscioni di rivendicata appartenenza da parte di una tifoseria italiana, vanno fatte delle precisazioni. Era un poeta, uno scrittore e un giornalista, e durante la Seconda Guerra Mondiale faceva il reporter di guerra. Si è detto che avesse la tessera del partito nazista, il che, contestualizzando il periodo, è una concreta possibilità visto che i conflitti finiscono sempre per imporre uno schieramento. Ulteriori ricerche e informazioni assunte presso la famiglia di Ollig, escluderebbero però che il poeta abbia preso quella tessera lasciando, se non altro, aperta la porta al dubbio.

Mauro Berruto

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Il St.Pauli e la bancarotta

“È una notizia priva di fondamento”. Insomma, la ricostruzione dei fatti prima di tutto. Anche di quelli che riguardano le finanze del club. “Ultimamente si sono diffuse notizie un po’ bizzarre, sicuramente non vere, sui bilanci della società, costretta a chiedere aiuto ai tifosi per evitare la bancarotta”, precisa Massimo Finizio. È il direttore del sito tuttostpauli.com, e a oggi è stato – sempre nel club di Amburgo – l’unico dirigente italiano in Bundesliga (“Ero presidente della più grossa sezione del gruppo, quella dei soci passivi”). Molto presente nelle iniziative del club come quella del 25 aprile, sulla situazione economica è categorico: “Lo stadio non è in vendita e i bilanci sono in regola, tanto che il club ha ottenuto senza condizioni la licenza per l’iscrizione alla prossima Bundesliga. In Germania i controlli sono assai severi. Ce n’è uno adesso già per l’anno prossimo (il preventivo), quindi il consuntivo verso novembre/dicembre. Tra l’altro il St.Pauli sta ricevendo soldi da Uefa e Fifa dato che ci sono molti nazionali in squadra, alcuni anche di una certa importanza come i due australiani, e spettano i corrispettivi di partecipazione. Il termine bancarotta è un tentato omicidio”.

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