ROMA – Non c’è nessuno, e non soltanto a Roma, che domenica dopo le 17 non abbia ricevuto sul telefonino un’immagine di Claudio Ranieri in abiti papali. E in fondo ha del miracoloso l’impresa che sir Claudio da San Saba, l’uomo dell’impossibile, sta realizzando. Aveva preso la Roma che aveva solo quattro punti di vantaggio sulla zona retrocessione. Imbattuto in campionato nel 2025: dal suo arrivo a oggi solo Conte ha fatto meglio in serie A, 48 punti a 47: ha superato anche Inzaghi battendolo a casa sua. Una vittoria che chiude idealmente un cerchio.
Ranieri e la vendetta sull’Inter
A 74 anni Claudio Ranieri sta preparando con questa cavalcata sensazionale l’ennesimo ricordo con cui intrattenere i nipotini. Ma se tra un anno, quando – parole sue – potrà stemperare ai giardinetti la nostalgia della panchina, dovesse coglierlo l’ombra di un rimpianto, sarà per lo scudetto sfumato nel 2010. Anche quella volta dal giorno del suo arrivo alla fine fu il più bravo di tutti. Ma era arrivato alla terza giornata e all’Inter di Mourinho quel ritardo bastò per conquistare due punti più della sua Roma. Ecco: restituire lo sgarbo ai nerazzurri togliendo loro uno scudetto proprio da allenatore della Roma è una soddisfazione a cui probabilmente teneva, e che diluirà quel sottile dispiacere.
Quando Ranieri ha fatto cambiare idea a Mou
Negli anni il copione si è ripetuto in modo quasi sistematico. Aveva iniziato a Parma a metterlo in pratica, ne ha fatto un copyright: arrivare in squadre svuotate e senza identità, in crisi totale e condannate a una stagione fallimentare. Lui le riassesta, dà loro una logica, colleziona risultati. E centra obiettivi inimmaginabili. Inevitabile pensare che, fosse arrivato dopo la quarta giornata quando invece la proprietà decise di affidare la squadra a Ivan Juric, oggi forse la Roma non avrebbe avversari nella corsa Champions. Ma per Ranieri la vera impresa è stata un’altra: Mourinho lo detestava, lo chiamava vecchio, lo sfotteva per il suo inglese. Poi, dopo la vittoria della Premier con il Leicester, ha cambiato idea. E quando sir Claudio fu esonerato dalla società inglese si presentò con una giacca con le sue iniziali, difendendolo: “Meriterebbe che lo stadio del Leicester fosse rinominato Claudio Ranieri Stadium”.
Ranieri e la promessa alla moglie
A convincerlo a restare un altro anno a Roma hanno provato tutti, soprattutto i giocatori. “No, grazie”. Ha offerto i propri consigli per trovare l’allenatore adatto a sostituirlo (ma non è semplice accettarli, per chi dovrà decidere) e nulla più. Alla tentazione di concedersi un altro giro di giostra ha rinunciato per una promessa: “Smetto e inizierò a viaggiare, lo devo a mia moglie”. È la signora Rosanna, sempre accanto a lui in ogni avventura, dall’attico ai Parioli alla casa di Londra. Ha un negozio di modernariato e doti in cucina esaltate dal marito. Ma soprattutto una pazienza infinita. “La regina dei traslochi”, l’aveva definita Sir Claudio. È arrivato il momento che dalle valigie da chiudere resti fuori il pallone.