NAPOLI – L’eco delle esplosioni di gioia del Maradona ha raggiunto Aurelio De Laurentiis persino nel suo buen retiro alle Maldive. “Sangue freddo. Calma e gesso”, ha infatti cinguettato a caldo il presidente, che si è allontanato dal suo Napoli proprio nel momento cruciale del campionato, per una vacanza prenotata in tempi non sospetti e quando in pochi avrebbero immaginato che la sfida con il Torino potesse diventare il trampolino verso lo scudetto.
La classifica, Napoli a +3 sull’Inter
Invece il numero uno azzurro è stato dolcemente spiazzato dal perentorio allungo in classifica della squadra di Antonio Conte, proprio come sta capitando in queste ore alla città e alla stragrande maggioranza dei tifosi. Niente a che vedere con la cavalcata trionfale di due anni esatti fa, quando il gruppo pilotato da Luciano Spalletti aveva dominato il campionato in lungo e in largo e i preparativi per la festa – bando alla scaramanzia – erano iniziati addirittura a febbraio, con ben tre mesi di anticipo. Il terzo titolo tricolore era stato vinto infatti da Di Lorenzo e dai suoi compagni alla 33esima giornata. Adesso ne mancano quattro e i 3 punti di margine sull’Inter non rappresentano ancora una garanzia di successo finale, ma sono sufficienti per rendere più esile che mai il confine tra i sogni e la realtà.
L’aggancio all’Inter grazie a Orsolini
Tutto è cambiato nello spazio di una travolgente settimana, che promette di entrare di diritto nel libro d’oro di Napoli. Nel giorno di Pasqua era arrivato per i tifosi azzurri il regalo a sorpresa del gol di Orsolini, che a Bologna aveva messo ko l’Inter ed era stato festeggiato nella maniera più spontanea e improvvisata possibile in città, con caroselli d’auto e clacson suonati a distesa.
Il sorpasso nel segno di McTominay
L’aggancio alla vetta ha fatto però alzare le antenne ai meno scaramantici e quando Soulè – argentino e mancino – ha affondato per la seconda volta di seguito i campioni in carica sono comparsi d’incanto i fuochi d’artificio, domenica pomeriggio. Poi in serata lo straordinario show dei 50 mila del Maradona, durante e dopo la partita vinta a Fuorigrotta contro il Torino, ha sdoganato a tutti gli effetti il sogno del poker tricolore: sulle ali della doppietta di Scott McTominay. Due anni fa erano stati Osimhen e Kvaratskhelia gli uomini copertina del terzo scudetto. Ora vanno invece per la maggiore sulle tribune kilt e cornamuse, con le bandiere scozzesi che hanno preso il posto di quelle della Georgia. È diversa insomma anche la geografia, non solamente la storia…
Lo sprint scudetto
Il Napoli di Spalletti aveva trasformato il campionato in una corsa individuale a cronometro, quello di Conte invece se lo sta giocando allo sprint con l’Inter e nel segno della resilienza, piuttosto che del calcio spettacolo. Ma i tifosi azzurri si stanno affezionando alla sofferenza e sono prontissimi ad affrontare le ultime quattro partite del campionato (contro Lecce, Genoa, Parma e Cagliari) come se fossero altrettante tappe di una via crucis.
La festa pronta a scattare
Di bandiere fuori ai balconi non se ne vedono e non per scaramanzia, piuttosto per la consapevolezza di non essere a differenza di due anni fa i più forti di tutti. C’è ancora da lottare e non ci sarà tempo nel caso per preparare la festa. L’arte di improvvisare è tuttavia ben nota in città e con un mese davanti si può già scommettere che l’eventuale spettacolo sarà speciale lo stesso. Più spontaneo, stavolta. Forse, però, proprio per questo motivo pure più travolgente. McTominay ha acceso la miccia e sotto la cenere cova felicemente un inferno.