“L’inverno sta arrivando”, o forse è già arrivato. Basterebbe una delle frasi mantra de Il Trono di Spade per descrivere il percorso di avvicinamento della Nazionale al confronto con la Norvegia del prossimo giugno che si preannuncia molto rigido. Complice l’eliminazione della Lazio contro il Bodø/Glimt, il calcio norvegese prende le sembianze di una minaccia inquietante per gli azzurri. Ma quanto c’è di vero?
La Norvegia tra l’Italia e il Mondiale
C’è un fil rouge che lega i successi dei club di Eliteserien, in particolare del Bodø, al calcio praticato dalla nazionale norvegese. Intensità, pressing e verticalità: tre pilastri alla base di una proposta che punta a sfruttare al massimo le transizioni. Non pesate però a una squadra attendista, ma un gruppo organizzato che fonda il suo calcio sulle doti dei propri giocatori di talento. Ma chi sono i principali interpreti di questa nazionale?
I migliori giocatori norvegesi
Il calcio norvegese, insieme a tutto il calcio scandinavo, è cresciuto soprattutto come fucina di giocatori offensivi. Forse è proprio questo l’elemento chiave. Per analizzare da vicino la Norvegia che gli uomini di Spalletti dovranno affrontare per qualificarsi al Mondiale, è proprio dalle punte che si deve partire.
Il figlio di Odino, Erling Haaland è stato solo il primo di una serie di colossi che questa nazionale ha tirato fuori in tempi recenti. Accanto a lui c’è Sorloth, uno dei migliori attaccanti della Liga, che quest’anno sta confermando a suon di gol il suo valore, ritagliandosi uno spazio importante nell’Atletico di Simeone. Subito dietro, pronto a subentrare, Jørgen Strand Larsen, nuovo imponente riferimento centrale, attualmente in forza al Wolverhampton, che ha il pericoloso vizio di segnare gol pesanti.
Ma se pensate che la Norvegia sia solo terra di centravanti siete fuori strada, perché non manca la fantasia ai freddi uomini del nord. Oscar Bobb è un fedelissimo di Guardiola al Manchester City e Ødegaard, leader assoluto dell’Arsenal, è il cervello che con il suo mancino detta i tempi e amministra l’intera fase offensiva della sua nazionale. Accanto al pensiero profondo e illuminante del playmaker dei Gunners, non manca l’imprevedibilità. Nusa e Schjelderup, che attualmente fanno la fortuna di Lipsia e Benfica, sono due esterni puri da uno contro uno. E poi c’è Nypan, trequartista dalle grandi doti di inserimento, classe 2006, che sembra essere la nuova stella emergente della Scandinavia.
I punti deboli della Norvegia in difesa
È arrivando al reparto difensivo che emerge quella che è la debolezza di questa Norvegia. La difesa non vanta nomi di primo livello e il solo Ryerson del Dortmund sulla corsia di destra non riesce a compensare gli evidenti limiti individuali degli altri interpreti che, troppo spesso, si lasciano prendere alle spalle e cogliere impreparati. L’allenatore Solbakken vanta una carriera dignitosa: sette campionati vinti con il Copenaghen e due esperienze in Germania e in Inghilterra, anche se piuttosto negative, con Colonia e Wolves.
L’Italia deve temere la Norvegia?
Se si parla di valori, la Nazionale azzurra parte senza ombra di dubbio favorita, ma occhio a considerare questa squadra un cliente facile. La Norvegia è nettamente più forte sia della Svezia, sia della Macedonia del Nord che, per due volte consecutive, ci hanno privato della gioia di vedere l’Italia al Mondiale. Una squadra vera, in salute, animata dal sano desiderio di rendere la sua ascesa da sogno, una fredda, anzi gelida, realtà.