Roma – La solita ricetta, quella vincente. Ranieri serve il nono 1-0 della stagione giallorossa. Quanto basta per affondare una Fiorentina stanca e rimaneggiata dopo la trasferta di Siviglia per la semifinale di Conference League, con la testa proiettata verso il ritorno. Mentre quella della Roma (63 punti) è rivolta sempre all’insù, verso il quarto posto (l’ultimo valido per l’accesso in Champions League), momentaneamente agganciato in attesa del confronto tra Bologna (61) e Juventus (62). La macchina di Ranieri ha davvero un chilometraggio illimitato: con questo i risultati utili consecutivi diventano 19, tanti quanti un girone di campionato. Una marcia continua, efficiente: la Roma segna un solo gol a partita da otto giornate. Ma subisce pochissimo: è la miglior difesa del girone di ritorno. E se pure Dovbyk rinasce, complice l’assist di Shomurodov, il peso delle ultime tre partite (Atalanta, Milan e Torino) non sembra poi tanto gravoso.
«La cronaca della gara»
Kean si scatena, ma Svilar c’è sempre
Nel primo tempo Roma e Fiorentina si guardano allo specchio: 3-5-2 da una parte e dall’altra. Due poli uguali, poco attrattivi, che respingono lo spettacolo. Così la prima vera emozione non la regala il campo, ma la panchina viola quando la telecamera si posa su Edoardo Bove, ospite di un Olimpico che ricorda sempre casa: “Forza Edo, continua a sognare” lo striscione della curva sud; “un cuore più forte di un destino avverso… Forza Edoardo” quello della tribuna Tevere. Ad accendere la partita in ritardo ci pensa invece Moise Kean – di nuovo titolare dopo i recenti problemi familiari – con un contropiede incontenibile per Celik. Ma il centravanti azzurro non sfonda, centrando in pieno Svilar, decisivo anche nell’azione successiva (coi guantoni stavolta), negando ancora il gol a Kean.
Il guizzo di Dovbyk
A quel punto la sveglia suona pure in casa Roma, pericolosa con Celik prima e Shomurodov poi, con l’uzbeko fermato solo dalle mani di De Gea verso la fine di un primo tempo esaurito solo in apparenza. Perché negli ultimi secondi del recupero (quattro minuti concessi dall’arbitro Daniele Chiffi), la Roma calcia un angolo decisivo: Angelino addolcisce col mancino il corner lungo di Pellegrini, trovando Shomurodov libero di fare un’ottima sponda per Dovbyk, che a porta vuota non sbaglia di testa. Da una parte la gioia romanista, dall’altra la rabbia viola, con Palladino furioso, che protesta mostrando il cronometro al quarto uomo.
Secondo tempo tra Svilar e lotta
Anche l’avvio del secondo tempo lascia presagire un’altra fase di tatticismo esasperato. E i fatti non smentiscono la percezione, almeno fino ai cambi della Fiorentina, con l’uscita dal campo di un deludente Zaniolo, ex della serata che non graffia la Roma come aveva fatto con la maglia dell’Atalanta. Poco dopo Mandragora trova il solito muro Svilar, protagonista di giornata insieme al centravanti ucraino. È ancora il portiere di Ranieri a negare il pareggio viola, bloccando ancora una volta Kean in chiusura di partita, con l’azzurro che poco dopo viene bersagliato da qualche insulto razzista. Negli ultimi minuti il campo si trasforma in un ring, con tante interruzioni e poche occasioni, che decretano il ko della Fiorentina.