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Inter-Barcellona 4-3 dts: Frattesi firma una impresa epica, nerazzurri in finale di Champions

Gara che resterà nella storia. Lautaro e Calhanoglu segnano nel primo tempo, i catalani la ribaltano con Eric Garcia, Olmo e Raphinha ma Acerbi pareggia al 93’. Poi nei primo supplementare la decide il centrocampista

MILANO — A Monaco di Baviera vola l’Inter, al termine di un lunghissimo e meraviglioso spettacolo andato in scena in due atti, separati fra loro da sei giorni e ottocento chilometri. I nerazzurri si prendono la finale dopo duecentodieci minuti più recupero e tredici gol. Ne hanno fatto uno in più rispetto Barcellona, imponendo la razionalità del calcio verticale sulla religione del passaggio in più, in una disputa filosofica sul senso del gioco.

«La cronaca della gara»

Il sinistro magico di Frattesi, e Inzaghi raggiunge Herrera

La rete che vale la possibilità di giocarsi la coppa l’ha segnata Frattesi, subentrato e decisivo dopo otto minuti del primo tempo supplementare. È stato il piede sinistro di Davide, il ragazzo dell’Europa, a regalare all’Inter la sua settima finale di Champions League. La seconda per Inzaghi, che raggiunge Helenio Herrera e ha l’occasione di guarire il dolore di Istanbul 2023. Allora l’avversario era il Manchester City, ora sarà uno fra PSG e Arsenal.

Acerbi, l’urlo al 93’ quando tutto sembrava perso

Dopo il pirotecnico 3-3 dello stadio di Montjuïc, il 4-3 del Meazza è destinato a rimanere negli occhi dei 75mila sugli spalti e nella storia di questa competizione, che nel primo anno con la nuova formula si è regalata una delle sfide più belle della sua lunga vita. I nerazzurri hanno giocato un gran primo tempo, segnando due gol. Nel secondo sono stati travolti da quella macchina da gol che è il Barcellona, capace di ribaltare la partita fino al 3-2. Ma in pieno recupero il mancino Acerbi ha segnato di destro il 3-3, mandando la partita ai supplementari.

Il brutto gesto di Martinez verso Acerbi

L’Inter è negli occhi di Dimarco, che ha esultato con la bestialità del gorilla dopo ogni contrasto vinto. È nelle gambe di Mkhitaryan, che si è dannato nel raddoppiare Lamine Yamal, che ha meno di metà dei suoi anni. Ed è nel cuore di Lautaro, capitano ferito, che quando cammina soffre, ma quando corre vola. Suo il primo gol, dopo venti minuti, su assist del solito Dumfries. Sua la fuga prima della pausa, stroncata in area dai tacchetti di Cubarsí. VAR e rigore. Sul dischetto è andato Calhanoglu, che quando comincia la rincorsa i suoi compagni già esultano. Hanno gioito tutti, tranne Acerbi, che in una notte da Materazzi era troppo preso a bisticciare con Iñigo Martínez, che sembra avergli sputato. Lo sputo in TV non si è visto, ma il gesto è eloquente.

Il devastante inizio ripresa del Barcellona

Nella ripresa è cominciata un’altra partita, con il Barcellona che ha badato al pratico. Nei primi dieci minuti ha fatto più che nei 45 precedenti, e nella squadra delle quattro punte il gol del 2-1 lo ha segnato il terzino Eric García. Il cross glielo ha servito l’altro terzino, Gerard Martín, che dalla trequarti ha poi messo una bella palla sul palo lontano, su cui è arrivato Dani Olmo. Sul 2-2 Lamine, fin lì lezioso, ha cominciato a fare il Lamine, costringendo Mkhitaryan a stenderlo. Che il contatto fosse fuori area a un Marciniak poco ispirato lo ha dovuto segnalare il VAR.

Un nuovo capitolo di un libro iniziato 15 anni fa

Mentre i ragazzini di Flick dopo un’ora correvano più che all’inizio, Inzaghi ha invece dovuto richiamare giocatori stremati dall’altrui possesso palla: Dimarco, Lautaro, Bisseck, Calhanoglu, Mkhitaryan. E in un finale sbilanciato, fra una squadra esplosiva e una esausta, è arrivato il 3-2 di Raphinha, al volo di destro, a porta spalancata. Quando tutto sembrava finito, con i tifosi del Barcellona che ballavano e applaudivano il palo di Yamal, è arrivato il 3-3 di Acerbi, che ha anticipato Araújo e ha infilato all’incrocio. Il resto è già storia del calcio, nuovo capitolo di una sfida fra nerazzurri e blaugrana cominciata nell’aprile del 2010 e, c’è da scommettere, destinata a durare ancora a lungo.

Il tabellino di Inter-Barcellona

Inter (3-5-2) Sommer 8 – Bisseck 6 (26’ st Darmian 6), Acerbi 8, Bastoni 7 – Dumfries 7,5 (3’ sts De Vrij 6,5), Barella 6,5, Calhanoglu 7 (34’ st Zielinski 6.5), Mkhitaryan 7 (34’ st Frattesi 7.5), Dimarco 6.5 (10’ st Augusto 6) – Lautaro 8 (26’ st Taremi 6.5), Thuram 7. All. Inzaghi 8.

Barcellona (4-2-3-1) Szczesny 6 – Garcia 6.5 (8’ pts Fort 5.5), Cubarsì 5 (1’ sts Gavi sv), Martinez 6 (31’ st Araujo 4.5), Martin 6.5 – De Jong 6, Pedri 6.5 (1’ sts Victor sv.) – Yamal 6.5, Olmo 6 (37’ st Lopez 5.5), Raphinha 6.5 – Torres 5 (45’ st Lewandowski 5.5). All. Flick 6.

Arbitro: Marciniak 5.Reti: 22’ pt Lautaro, 46’ pt Lautaro (rig.), 9’ st Garcia, 15’ st Olmo, 43’ st Raphinha, 48’ st Acerbi, 9’ pts Frattesi

Note: ammoniti Calhanoglu, Martinez, Mkhitaryan, Acerbi, Flick, Pau Victor, Augusto, Bastoni. Spettatori 75.504.

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