MILANO – Dopo sette anni dall’introduzione della formula magica, cosa sia un “chiaro ed evidente errore” arbitrale rimane un mistero per gli allenatori. Sono rare le partite in cui almeno uno dei due tecnici, ritenendosi penalizzato dall’intervento o dal non intervento del Var, non si lamenti per i criteri che permettono, o al contrario impediscono, agli uomini davanti al monitor di correggere le decisioni del collega in campo. L’ultimo è stato Claudio Ranieri, scottato dal rigore concesso da Sozza alla sua Roma a Bergamo e poi tolto al Var, per un lieve contatto fra Pasalic e Koné in area atalantina.
Zappi: “Rocchi ha confermato la valutazione tecnica”
“Ci sarà on field review”, aveva prontamente predetto in telecronaca su Dazn Luca Marelli, ex fischietto a cui tocca l’improbo compito che il maestro Alberto Manzi aveva nella vecchia Rai: l’alfabetizzazione (in questo caso arbitrale) degli italiani. Ma Sir Claudio non era d’accordo: “Ci hanno detto che il Var interviene solo se c’è un evidente errore. Ma Pasalic sbaglia l’intervento e va a prendere il ginocchio del mio giocatore. Non si può fare una volta sì e una no”. La risposta di Antonio Zappi, presidente dell’Aia: “Rocchi mi ha confermato la bontà della valutazione tecnica: non si trattava di calcio di rigore”.
La rabbia di Conte a novembre
Caso chiuso? Solo fino alla prossima polemica, in fotocopia. È dall’inizio della stagione che gli allenatori si scagliano contro l’interpretazione del protocollo Var, introdotto in serie A nella stagione 2017/2018. A novembre, dopo Inter-Napoli, è stato Antonio Conte a lanciarsi in una tirata retorica, costruita per punti di domanda, per sfogare la rabbia causata da un rigore concesso per un contatto fra Anguissa e Dumfries e poi sbagliato da Çalhanoglu. Sostenendo di parlare a nome dei colleghi, disse: “Che significa che il Var non può intervenire? A volte può e a volte no? Quando conviene, intervengono? Il Var o c’è o non c’è. Questa cosa fa arrabbiare tutti gli allenatori”. Ancor più radicale la posizione di Gasperini, che a febbraio, prima del quarto di Coppa Italia tra Atalanta e Bologna, attaccò: “Il Var ha peggiorato il calcio”. A farlo infuriare, la mancata concessione di un rigore per un tocco in area di Coco contro il Torino, nella gara precedente. A riprova del fatto che gli allenatori il Var non lo capiscono soprattutto quando va a loro sfavore.