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Le Iene, Salvatore Bagni: “Vuoi giocare in C? Dammi 30mila euro”

Il programma di Italia 1 indaga sui soldi in nero chiesti alle famiglie dei giovani calciatori: non serve il provino, bastano le conoscenze

MILANO – Soldi chiesti alle famiglie, in cambio della promessa che aspiranti calciatori possano giocare nelle giovanili di squadre professionistiche. È la dinamica svelata da un servizio del programma Le Iene, in onda su Italia 1. Protagonista della vicenda è Salvatore Bagni, ex calciatore di Napoli e Inter, vincitore dello scudetto del 1986/87 con Maradona. Bagni, 68 anni, oggi è attivo nello scouting di giovani talenti. “Noi abbiamo quest’agenzia nostra, io e mio figlio. Quelli che noi andiamo a cercare noi, li paghiamo. Ma da tutti quelli che non cerchiamo noi, ci facciamo pagare”, dice Bagni al giornalista delle Iene Luca Sgarbi, che si finge fratello di un giovane calciatore in cerca di un’opportunità. L’inchiesta è firmata da Sgarbi e da Claudio Bongiovanni.

Cosa si vede nel servizio de Le Iene su Bagni

Nel servizio si vede, e soprattutto si sente, come Bagni, di fronte alla possibilità di valutare le abilità di un giovane calciatore, parli più di soldi, conoscenze, favori che del talento del candidato. E dietro compenso, prometta un posto da titolare. Quando gli si chiede quale sia la cifra richiesta per avere la garanzia che un ragazzino possa giocare titolare, risponde: “No, dovete parlar voi, io ascolto. L’unica cosa che diciamo sempre: siamo persone non serie, di più”. Poi però entra nel dettaglio: “Noi meno di 30 mila euro non facciamo con nessuno”. Poi porta gli esempi dei genitori di ragazzini che, a sentir lui, avrebbe piazzato: “Due pagano 30mila euro e uno 40mila. Sono tutti imprenditori, perché non lo può fare l’operaio”. L’ex calciatore non sembra preoccuparsi della presunta abilità nel gioco del giovane atleta: “E cioè con tuo fratello, con tutto il rispetto, siamo lontani! Non lo conosco, magari è il più forte di tutti… però ecco, è tutto qua”. Nessuna visione tecnica, nessuna analisi. Bagni non chiede di visionare filmati, né tanto meno di vederlo in campo dal vivo. Si limita a chiedere: “Com’è tuo fratello?”, affidando il giudizio tecnico a chi propone il giocatore.

Bagni e il pagamento in contanti

A proposito dei metodi di pagamento, Bagni va dritto al punto: “Noi andiamo sempre sul cash”. E per chi non può pagare in nero, c’è l’alternativa: “Se proprio si è impossibilitati, si può fare una sponsorizzazione: così da poter fare regali legali”. L’obiettivo? Piazzare i ragazzi, a prescindere dal talento. “Ti dico, la serie C non è un problema: chiamo, chiedo un favore” dice Bagni, che elenca decine di squadre in cui avrebbe sistemato giovani calciatori dietro pagamento.

Bagni e i club: “Tutti mi devono favori”

Nel corso della conversazione, Salvatore Bagni sottolinea anche quello che sarebbe il suo potere contrattuale e i rapporti con i club: “Tutti mi devono qualcosa, per quello che li piazzo da tutte le parti, tutte le società: io sono corretto, loro devono essere corretti con me, non ce n’è”. Un’affermazione che lascia intendere l’esistenza di un sistema relazionale consolidato, in cui i favori e le conoscenze sembrano contare più delle abilità dei ragazzi. Bagni esplicita la dinamica: “Quando il direttore ha detto all’allenatore ‘gioca titolare’, gioca titolare”. E ancora: “Alla Vis Pesaro sicuramente ti fanno giocar titolare. Perché me lo aveva già detto per quel ragazzo…”.

Bagni parla dei numeri della sua attività di scout dietro pagamento: “Noi di quelli che pagano ne abbiamo tredici. Sono tutti nei settori giovanili professionisti. Quelli che non scegliamo noi, devono pagare, per forza”. E per portare un giovane giocatore in una squadra, ci vuole la complicità di qualcuno all’interno della società stessa. In questo caso il direttore sportivo della Vis Pesaro, che entra in scena e dice: “La nostra fortuna è che io non nascondo niente, perché la mia società è al corrente di tutto, dalla cosa sbagliata alla cosa giusta”.

La fuga con i soldi

Alla fine del servizio la Iena si palesa a Bagni dopo avergli consegnato dei soldi che ovviamente sono falsi. E Bagni dice: “Se il sogno di un ragazzo è di giocare nel settore giovanile di qualsiasi squadra”. Poi l’ex giocatore va via in macchina e porta via la busta.

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