Adesso o mai più. Il momento della resa dei conti è arrivato e non c’è più spazio per sterili polemiche, recriminazioni o insensati tentativi di scaricabarile, quando mancano appena 180’ alla conclusione del campionato. Bisogna solo dare il massimo per tagliare il traguardo e il Napoli ci proverà con la sua arma migliore: la resilienza, affinata durante nove mesi di emergenza totale, in cui gli azzurri sono riusciti ad arrampicarsi tra mille difficoltà a due passi dallo scudetto. Antonio Conte ha dovuto spremere al massimo – e pure oltre – il motore della sua squadra: indebolita da campione d’inverno nel deludente mercato di riparazione e costretta proprio dalle carenze di organico a fare di necessità virtù, anteponendo sempre gli interessi del gruppo a quello dei singoli. Esemplare la ricaduta di Alessandro Buongiorno, che contro il Torino ha dovuto accelerare il suo rientro e ha pagato la sua generosità con un nuovo infortunio muscolare. Ma il mancato arrivo a gennaio di un rinforzo per il reparto arretrato – nemmeno in prestito – ha reso di fatto impossibile il completo recupero del difensore della Nazionale. Idem per il quasi trentaquattrenne Juan Jesus, che era partito come quarta scelta e invece s’è ritrovato titolare quasi a tempo pieno, finendo così per logorare e stressare il suo fisico. Di tirarsi indietro però non se ne parla e l’ha dimostrato anche Stanislav Lobotka, mettendo in pericolo la sua caviglia per esserci con il Genoa. Ogni partita è una finale, ormai.
A Castel Volturno lo hanno capito tutti e il gruppo squadra è più che mai compatto, tant’è che pure gli indisponibili hanno chiesto di essere convocati per la vitale trasferta di domenica. Buongiorno (che ieri ha ricevuto la cittadinanza onoraria a Cardito), Lobotka e Juan Jesus non si sono rassegnati a concludere in anticipo la stagione e proveranno a esserci almeno nell’ultima giornata contro il Cagliari. Ma intanto saranno lo stesso al fianco dei loro compagni a Parma, per sostenerli insieme ai 3500 tifosi che ieri hanno polverizzato in venti minuti i biglietti a disposizione per il settore Ospiti del Tardini. La vendita era ai botteghini e non “on line”, con lunghe file per una volta reali e non telematiche. In tantissimi sono rimasti a bocca asciutta e dovranno accontentarsi di vedere la partita alla tv, per il divieto per motivi di ordine pubblico di acquistare tagliandi per altre zone dello stadio. Il Napoli non sarà comunque solo e l’atmosfera sarà incandenscente anche sulle tribune, oltre che in campo. Enorme l’importanza della posta in palio su entrambi i fronti, con gli azzurri a caccia di 3 punti decisivi per lo scudetto e i loro avversari in lotta per la salvezza.
Nessun dubbio nella formazione titolare che Conte sta mettendo meticolosamente a punto nel bunker di Castel Volturno. Spetterà infatti a Billy Gilmour prendere il posto in cabina di regia di Lobotka, mentre toccherà a Olivera adattarsi da centrale difensivo in mancanza di Juan Jesus e soprattutto Buongiorno. Il modulo di partenza del Napoli sarà il 4-4-2, che è diventato da febbraio una scelta obbligata dopo la cessione di Khvicha Kvaratskhelia e il doppio infortunio di David Neres, che hanno costretto gli azzurri ad abbandonare in corsa le certezze granitiche trovate in precedenza con il 4-3-3. Il tridente d’attacco era stato il segreto della conquista del titolo di campione d’inverno e farne a meno per la capolista è stato un handicap durissimo da affrontare: potenzialmente mortale per il sogno scudetto. Invece la squadra ha trovato lo stesso il modo di restare lassù aggrappandosi ai gol di McTominay e Raspadori, senza evitare peraltro di pagare dazio all’emergenza con la frenata nel girone di ritorno: 34 punti finora, ripetto ai 44 delle prime 19 partite.
Il Napoli aveva volato per quasi metà stagione sulle ali della staffetta in attacco tra Kvaratskhelia e Neres. Per questo ora può essere vitale il recupero del brasiliano, che a Parma avrà almeno mezzora di autonomia. Il brasiliano ha tutto per essere l’asso nella manica di Conte nella volata scudetto. I guerrieri azzurri hanno bisogno anche di lui.