Questo sito contribuisce alla audience di
 

Tudor e l’ombra di Conte: “Inferiore a nessuno. Al mio arrivo la Juve era in un buco profondo”

I tecnico bianconero si gioca la qualficazione alla Champions contro Udinese e Venezia, requisito minimo per sperare nella riconferma. “Al completo questa squadra può giocarsela con tutti”

TORINO – “Non sono inferiore a nessuno”: tutto l’orgoglio di Tudor è affiorato a due giorni dall’ultima gara casalinga della stagione, e chissà se sarà un addio o un arrivederci alla Juventus e soprattutto alla sua gente, che tanto gli vuole bene. Il tecnico croato ha rilasciato una sorta di testamento, o perlomeno spedito messaggi espliciti al club: da un lato ha elogiato il proprio lavoro (“Quando sono arrivato, questa squadra era in un buco profondo”), dall’altro ha ribadito che “la Juve al completo può giocarsela con tutti”. Il sottinteso è chiaro: mi merito di restare e, nel caso, non chiederei la luna, perché sono convinto che con questi uomini si possa andare lontano.

Tudor e l’ombra di Conte

La sua conferma, si sa, è in sospeso e molto dipende da Conte, l’uomo che il club vorrebbe ma che non è così semplice da avere. La risposta perentoria (“Se mi chiede se mi sento inferiore a qualcuno, dico di no. Non sono inferiore a nessuno”) è arrivata a una domanda che conteneva il concetto dell'”ombra di Conte” che sta gravando sulla panchina bianconera: il riferimento del tecnico croato lo si può definire esplicito. Ma tutte le sue parole lo sono state: “Per me si è fatto un buon lavoro, viste tutte le problematiche che abbiamo avuto, tra infortuni ed espulsioni. Abbiamo avuto tre scontri diretti in trasferta, abbiamo perso a Parma senza meritarlo e in casa abbiamo sempre vinto. Ho sempre avuto la sensazione che la squadra abbia dato quello che poteva dare. Poi è chiaro che bisogna essere esigenti ed è giusto pensare che la Juve debba vincere ogni partita, ma quando sono arrivato era in un buco profondo, da cui siamo usciti in un tempo anche abbastanza breve. Ora vedo invece una squadra consapevole, viva, vogliosa e anche con un buon livello di gioco, anche se pure a me piacerebbe avere ogni settimana 90′ di calcio champagne. Ma bisogna capire i momenti e quello che una squadra può fare: senza Bremer, Vlahovic, Gatti e Koopmeiners non si può dire che questa squadra sia la stessa solo perché si chiama Juve. Al completo è forte e, se allenata bene, può combattere con tutti”.

Tudor: “Yildiz deve giocare sereno”

La Champions adesso è a un passo, il calendario presenta due partite facili (domenica l’Udinese in tono dimesso, poi il Venezia sull’orlo della disperazione in trasferta), ma Tudor sa che il quarto posto non gli garantirebbe in automatico la conferma: “Me la godo, soffro e mi metto nei panni dei giocatori ma senza pensare al futuro. Io mi nutro di questo”. L’emergenza è sempre alta: Thuram, Kalulu e Savona sono squalificati, però Kelly è quasi recuperato (Gatti, invece, “può giocare 5-10 minuti”) e rientra Yildiz dalla squalifica: “Gli ho detto di non sentire la responsabilità di farsi perdonare, deve solo fare quello che sa. Ma ai miei giocatori dico sempre di non pensare troppo: andate a giocare, trovate il gusto anche nel soffrire, nel difendere. L’allenatore è sempre uno psicologo, deve avere approcci diversi con 20 persone, sapere quando parlare e di cosa parlare, guardando in faccia chi hai davanti. Se hai Chiellini, Buffon o Bonucci li motivi in un modo, se hai i giovani in uno diverso”.

Segui tutte le ultime notizie di sport

Next Post

Winning the FA Cup 'massively important' for City - Guardiola

Ven Mag 16 , 2025
Manchester City boss Pep Guardiola stresses the importance of his side's FA Cup final against Crystal Palace.

Da leggere

P