Meno tre. Si assottiglia l’elettrizzante conto alla rovescia per la sfida di domenica sera (ore 20.45) a Parma, che è diventata la tappa cruciale per la volata del Napoli verso la conquista del suo quarto scudetto. Cresce la febbre tra i tifosi e la spasmodica attesa della città è un fisiologico peso in più sulle spalle dei giocatori, anche se nell’oasi bunker di Castel Volturno gli azzurri continuano a prepararsi senza troppe pressioni e con le coccole dei pochi fedelissimi presenti anche ieri pomeriggio all’esterno del Training Center, nonostante la fitta pioggia. Il presidio è rimasto festoso a dispetto della doccia fredda per il pareggio contro il Genoa e Antonio Conte sta apprezzando molto la maturità della gente, tant’è che non perde occasione per fermarsi davanti alle transenne e a partecipare al rito di autografi e selfie. Ma è l’unico attimo di distrazione che si concede l’allenatore leccese, impegnato h24 nella meticolosa preparazione degli ultimi 180’ del campionato. Il suo menù di lavoro quotidiano è infatti composto da interminabili sedute sul campo e ancora di più davanti al video tape, per correggere gli errori commessi domenica scorsa e scoprire nel dettaglio i punti di forza e quelli deboli dei prossimi avversari, che sono reduci da due ko di fila e rischiano la retrocessione.
All’andata al Maradona il Parma creò parecchi problemi al Napoli, dopo aver segnato per primo e affrontato la gara in maniera molto spregiudicata. Poi Neres obbligò il portiere Suzuki al fallo da espulsione e con l’uomo in più gli azzurri riuscirono a ribaltare il risultato nei minuti di recupero, grazie alle reti di Anguissa e Lukaku. Fu la notte del debutto in maglia azzurra di Big Rom, che era stato appena acquistato dal Chelsea ed era partito dalla panchina, non essendo ancora pronto per indossare una maglia da titolare. Ma il suo impatto si dimostrò subito decisivo e il bomber belga è adesso chiamato a ripetersi pure nello sprint finale del campionato, in cui la squadra di Conte ha assoluto bisogno di due vittorie per mettere le mani sullo scudetto, blindando il vantaggio esiguo di 1 solo punto in classifica nei confronti dell’Inter.
Finora il punto di forza del Napoli è stata la difesa: la meno battuta d’Europa. Da adesso in poi però non è più possibile fare calcoli ed è questo il motivo per cui diventa determinante il ruolo degli attaccanti, da cui gli azzurri si aspettano i gol necessari per tagliare il traguardo. Lukaku in particolare dovrà onorare contro Parma e Cagliari il suo ruolo di capocannoniere della squadra: 13 reti. Ma Conte si aspetta tanto pure da McTominay (osservato speciale ieri pomeriggio a Castel Volturno), Raspadori, Politano e Neres, anche se il brasiliano non ha ancora nelle gambe i 90’ e partirà quasi certamente dalla panchina. La capolista deve vincere e per riuscirci ha bisogno di gol, con il reparto offensivo (nettamente meno prolifico in campionato rispetto a quelli di Inter e Atalanta) che ha la chance di rialzare la testa nel momento cruciale della stagione, trascinando la squadra alla conquista dello scudetto.
Lukaku ha compiuto in settimana 32 anni e ha voglia di fare festa sbloccandosi anche in trasferta a Parma, dopo aver segnato al Maradona contro Empoli e Genoa. Big Rom è uno dei pochi tra gli azzurri ad aver già vissuto un momento così delicato e dovrà dare l’esempio pure ai suoi compagni, trascinandoli nelle sfide contro Parma e Cagliari. D’ora in poi i gol saranno ancora più pesanti e Big Rom (che in carriera ne conta più di 400) ha detto in un’intervista alla Fifa di essere ancora affamato. «Mi interessa solo vincere altri titoli». A Napoli può scrivere una pagina di storia.