Dice: «Non voglio fare pronostici sullo scudetto. Napoli mi ha insegnato tante cose. Una di queste è la scaramanzia» . Sorride sornione Ottavio Bianchi sulla volata tricolore che stasera può assegnare al suo Napoli il quarto scudetto della storia. Poi ovviamente l’allenatore dello storico primo scudetto si lascia scappare il suo pensiero: «Gli azzurri hanno un grande vantaggio».
Chi è favorito?
«Sono della mentalità che non bisogna mai parlare prima. È fondamentale tagliare il traguardo in testa e poi si alzano le braccia. Poi se dico altro, i miei amici in città magari mi riprendono. La volata sta finendo e il Napoli è davanti. Stop».
Che campionato è stato?
«Molto sotto ritmo. Il punteggio delle prime è stato molto inferiore agli altri anni. Alcune squadre titolate (il riferimento è alla Juventus e al Milan, ndr) hanno rinunciato subito. È rimasta soltanto l’Inter. Il Napoli, invece, ha fatto il suo. Gli azzurri erano partiti con l’obiettivo di entrare nelle prime quattro dopo l’annata del decimo posto. È difficile, dopo un campionato di metà classifica, riuscire a vincere subito. Il Napoli ha fatto completamente il suo dovere».
Che impressione le ha fatto il Napoli?
«Mi sembra un gruppo unito gestito bene dall’allenatore e della società. Non ci sono state mai polemiche, questo è un grande merito. Non c’era la frenesia di dover vincere a tutti i costi e la squadra ha fatto un campionato regolare. L’Inter ha avuto sicuramente lo svantaggio delle tre competizioni. La Champions League richiede tanto, basta un semplice infortunio a cambiare tutto».
Cosa ne pensa del lavoro di Antonio Conte?
«Rispetto talmente tanto il ruolo dell’allenatore che non mi permetto di dare giudizi. Non conosco Conte personalmente, mi sembra che il suo curriculum parli da solo. Grande professionista».
Come si affronta una settimana del genere? Lei lo ha fatto nel 1987.
«C’è una differenza sostanziale rispetto ad allora. Il Napoli non aveva mai vinto lo scudetto e veniva sempre da alti e bassi. Adesso questa è una realtà consolidata. Ha conquistato il tricolore nel 2023, parliamo di una grande. Il Napoli gioca sempre per il vertice. C’è consapevolezza pure in città: si sta aspettando la partita con il Cagliari per eventualmente festeggiare».
Come affrontaste quei giorni?
«Ripeto, c’era un’attesa diversa. Ci chiudemmo nel bunker di Soccavo e provammo a stemperare la situazione. Non era facile, bastava prendere un caffè al bar o andare al ristorante e tutti ti chiedevano la stessa cosa. Noi ci isolammo completamente. Ricordo che la settimana prima della Fiorentina parlai meno del solito. Queste partite si preparano da sole, dovevo solo fare il pompiere e calmare gli animi. Guai a galvanizzare troppo».
E poi aveva Maradona, fresco del Mondiale vinto in Messico.
«Diego era un trascinatore e un fuoriclasse, era ultra carico e lo dimostrò in campo».
Bianchi cosa vedrà stasera?
«Il Napoli. Poi se c’è diretta gol magari do un’occhiata pure all’Inter, ma gli azzurri non me li perdo».