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Spalletti rischia la panchina della Nazionale, il faccia a faccia con Gravina martedì

Dopo l’umiliante sconfitta con la Norvegia, il ct è di nuovo in discussione. Decisivo il confronto col presidente federale il giorno dopo il match di Reggio Emilia con la Moldova

Oslo – Lo scatto più veloce dei giocatori dell’Italia è stato quello per fuggire dalla batosta contro la Norvegia, lasciandosi alle spalle più in fretta possibile i ricordi amarissimi e poco edificanti della resa incondizionata all’Ullevaal Stadion. Dal diluvio torrenziale di Oslo alla clausura di Coverciano, dove la Nazionale avrà a sua disposizione appena due giorni per rimettere insieme i cocci e rialzarsi, con la partita di lunedì sera a Reggio Emilia con la Moldova già alle porte. Il primato nel girone è stato subito compromesso e adesso si profila una lunga via crucis verso i play-off mondiali, fatali agli azzurri nelle precedenti edizioni contro la Svezia e la Macedonia del Nord. La priorità è evitare a tutti i costi un tragico tris e per riuscirci c’è un unico modo: ritrovare immediatamente la strada della vittoria, per la classifica e ancora di più per l’autostima del gruppo, ai minimi termini. Per questo slitterà di almeno 72 ore l’inevitabile confronto tra Gabriele Gravina e Luciano Spalletti, ben consapevole delle nubi minacciose che aleggiano sulla sua panchina: tornata di colpo in bilico dopo la parziale riscossa in Nations League. Il ct sente di essere di nuovo in discussione (come alla fine degli Europei in Germania) e per questo avrebbe voluto addirittura anticipare il faccia a faccia col presidente federale. Ma i tempi sono troppo stretti e dunque se ne riparlerà soltanto da martedì, per consentire a entrambe le parti pure una breve pausa di riflessione.

Coppola: “Non c’è stato nulla di buono”

Così non va e una sterzata andrà data, si vedrà come. L’Italia rischia di essere assente per la terza volta consecutiva ai Mondiali e le parole a caldo dei giocatori sono state lo specchio di una delusione cocente, al di là dei richiami di tutti alla comunione di intenti. “Avevo immaginato un esordio completamente diverso. Il 3-0 fa male, è stata una brutta batosta. Non possiamo permettercelo, abbiamo sbagliato tutto: dell’interpretazione della gara alla totale mancanza di reazione”, ha allargato le braccia il debuttante Diego Coppola: il solo a non naufragare nel duello contro Haaland. “Non c’è stato nulla di buono e abbiamo dato un grande dispiacere ai nostri tifosi, oltre che a noi stessi. La Norvegia mi è parsa un’ottima squadra, molto motivata. Per il primo posto nel girone la vedo difficile, soprattutto se non cambieremo subito atteggiamento. Dobbiamo analizzare gli errori e dare il massimo contro la Moldova”. Un po’ più morbida l’autocritica di Nicolò Barella. “È stata una serata difficile e solo nel secondo tempo abbiamo cercato di alzare un po’ il ritmo, ma loro erano già avanti di tre gol e ci hanno sbarrato gli spazi, impedendoci di riaprire la partita. In più ci ha condizionati il nervosismo. L’unico modo per rialzarsi ora è il lavoro. Non credo però che per noi la Norvegia sia irraggiungibile. Nulla è impossibile e cercheremo di combattere fino alla fine. Le critiche fanno parte del calcio e della vita, lo sappiamo. Dopo le sconfitte si punta il dito contro tutti. Non ci resta che continuare a essere compatti e positivi, perché con la negatività non si va da nessuna parte”.

Di Lorenzo: “Un calo fisico e mentale”

Rialzare la testa è l’impegno anche di Giovanni Di Lorenzo. “È stata una brutta prestazione e nessuno di noi se l’aspettava. Ci sono rammarico e delusione, ma tra due giorni si rigioca e dobbiamo essere bravi a pensare subito alla prossima partita. Abbiamo complicato il girone e adesso bisogna vincere le gare che ci rimangono. Una sconfitta così pesante si spiega con un insieme di cose: c’è stato un calo fisico e mentale. Adesso per reagire ci serve immediatamente un successo, che è la migliore medicina. Le critiche sono normali, il gruppo però è unito e insieme supereremo questo brutto momento”. Cambi in vista per la Moldova, soprattutto a centrocampo e in attacco. La squadra con le parole è con Spalletti, ma il tempo per dimostrarlo anche con i fatti potrebbe essere già scaduto.

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