Reggio Emilia – La successione sulla panchina dell’Italia pareva già cosa fatta, nella lunga, movimentata e alla fine apparentemente serena notte di Reggio Emilia. Il tempo di salutare Luciano Spalletti e tutti pronti nella Nazionale a festeggiare l’arrivo di Claudio Ranieri, che ha invece rifiutato con un inatteso ripensamento il ruolo di salvatore della patria calcistica. Bye bye dunque alla realizzazione immediata del piano A, su cui i vertici della Figc avevano puntato con decisione per superare il momento di grande emergenza e rilanciare con rinnovate ambizioni la rincorsa alla qualificazione per i Mondiali.
Le difficoltà continuano invece pure fuori dal campo e adesso Gabriele Gravina dovrà quindi accelerare i tempi per risolvere la situazione almeno col piano B, individuando in fretta il nuovo ct degli azzurri. Si complica la pista Stefano Pioli, l’altro profilo messo nel mirino dopo la traumatica sconfitta di venerdì scorso in Norvegia, che aveva di fatto spalancato le porte della crisi. L’ex tecnico del Milan deve ancora risolvere il contratto che lo lega agli arabi dell’All Nasr ed è anche in parola con la Fiorentina, in cerca a sua volta di un successore per Raffaele Palladino.
Tra Gattuso, Cannavaro e De Rossi
La matassa è dunque abbastanza ingarbugliata e non è escluso per questo che ritornino di attualità altri nomi. In primis quello di Roberto Mancini, che aveva detto addio nell’estate 2023 dopo lo storico successo agli Europei del 2021 in Inghilterra e ha ammesso di essersi pentito della sua decisione pubblicamente, rimettendosi a totale disposizione per un eventuale mandato bis. Ci sono poi le opzioni di Fabio Cannavaro, Daniele De Rossi e Rino Gattuso, col loro carisma e la personalità di campioni del mondo del 2006, però con meno esperienza e di conseguenza non in grado di dare delle assolute certezze.
L’addio di Spalletti
Tocca a Gravina risolvere il rebus, mentre Spalletti fa già parte del passato e s’è congedato con signorilità, prendendosi tutte le colpe e tenendosi dentro il magone per un paio di situazioni in cui non si è sentito appoggiato dalla Federazione. In primis quella legata al gran rifiuto di Francesco Acerbi (non punito dopo aver rifiutato la convocazione) e poi per la presunta acquiescenza della Figc nei confronti della Fifa, che ha imposto agli azzurri di cominciare il loro girone di qualificazione per il Mondiale con la trasferta più difficile: in Norvegia, affrontata con i giocatori senza forze dopo una stagione durissima. Ma i rimpianti fanno parte del passato e adesso la priorità è trovare in fretta il nuovo ct. Il gran rifiuto di Ranieri ha fatto sfumare il piano A.