Il mercato è nelle fasi di studio ed è anche tornato in stand by dopo l’inedita finestra di inizio giugno, funzionale al Mondiale per Club. Ma il vero colpo dell’estate l’ha già messo a segno proprio il Napoli, rinforzando l’organico che s’è appena aggiudicato lo scudetto con il clamoroso ingaggio di Kevin De Bruyne. La qualità del fuoriclasse belga è infatti talmente al di sopra della media – per palmares e talento – da rendere improbabili in serie A altre operazioni altisonanti come quella definita dai campioni d’Italia. Tenere altissima la asticella delle ambizioni era del resto la promessa fatta da Aurelio De Laurentiis ad Antonio Conte per convincerlo a restare e il presidente l’ha mantenuta, sapendo pure di essere in debito dopo il flop della campagna acquisti invernale.
Ma l’ingaggio di De Bruyne non è stato funzionale solo alla ritrovata serenità nel Napoli, grazie all’ulteriore crescita della rosa. Trattasi infatti di un affare che spalanca al club azzurro frontiere finora inedite e destinate invece a diventare regola, visto che l’arrivo del campione belga è sintomatico del cambio radicale di strategia sul mercato da parte di De Laurentiis, consapevole di non poter più puntare in alto solo con le plusvalenze. La penultima il presidente l’ha realizzata col passaggio di Khvicha Kvaratskhelia al PSG e non è ancora andata in porto l’ultima, visto che la cessione di Victor Osimhen continua a essere un rebus fastidioso. In ogni caso, nella migliore delle ipotesi, l’addio dei due eroi del terzo scudetto frutterà 150 milioni complessivi di entrate, contro gli oltre 300 delle valutazioni iniziali del georgiano e del nigeriano. Colpa del nuovo mood delle trattative, in cui c’è la tendenza (made in Arabia) a a pagare sempre meno i cartellini dei giocatori, comprendoli d’oro appena si avvicinano alla scadenza.
È quasi la fine del player trading e De Laurentiis è stato pronto a capire l’aria che tira. La strada maestra per fare piu soldi sono adesso i risultati sul campo il piatto ricco è quello delle competizioni internazionali, tant’è che arrivando in fondo in Europa e facendo strada su 5 fronti l’Inter ha mandato lo stesso in archivio una stagione dal punto di vista economico fantastica, pur non avendo vinto titoli. Il Napoli si è invece ben difeso grazie alla conquista dello scudetto: tra incassi al botteghino, boom del merchandising e premi. Ma l’obiettivo vero è mettere per la prossima stagione le mani sul ricco jackpot della nuova Champions, puntando a superare il girone iniziale e poi cercando gloria nei successivi turni a eliminazione diretta, senza limiti.
De Laurentiis e Conte hanno deciso di andare avanti insieme partendo proprio da questo presupposto, alla fine di una stagione allo stesso tempo esaltante e anomala, in cui per la prima volta dopo 13 anni di presenza fissa in Europa il Napoli si è dedicato solo al campionato, vincendolo nonostante un organico ridotto. Ma da luglio si riparte con 4 obiettivi: difesa dello scudetto, Supercoppa Italiana, Coppa Italia e soprattutto Champions. Di qui la necessità di potenziare la rosa e di farlo con rinforzi top come De Bruyne, per provare a rivincere. L’acquisto di un baby emergente come Luca Marianucci dimostra che le plusvalenze continueranno a essere un asset per il club azzurro. Non più l’unico, però, perché per pensare in grande non basta più scoprire i giovani e valorizzarli. Il mercato è cambiato ed è necessario adeguarsi. Per questo nel mirino ci sono pure i parametri zero. I successi alimentano la ricchezza più delle cessioni eccellenti.