PASADENA – Baricentro alto, tanto pressing, energia nel recupero palla. Fin qui, il bicchiere mezzo pieno. Ma resta il fatto che, all’esordio sulla panchina dell’Inter, Cristian Chivu non è riuscito a battere il Monterrey, squadra arrivata quinta nel campionato messicano, a sua volta reduce da un cambio di allenatore: fuori Martin De Michelis, dentro Domenec Torrent, che ha fatto 500 partite da assistente di Guardiola, ma che contro i nerazzurri ha proposto un 3-5-2 solido ed efficacissimo, palla lunga e pedalare. È finita 1-1 grazie a un gol di testa dell’immortale Sergio Ramos e al pareggio di Lautaro, sullo sviluppo di una punizione calciata in modo furbo da Asllani. Ed è solo grazie al palo che ha fermato una punizione di Canales, che l’Inter ha evitato lo psicodramma al primo match del Mondiale per club, diciotto giorni dopo la débacle di Monaco. Fra le novità portate dal nuovo tecnico, la marcatura a zona sui calci piazzati, ancora da mettere a punto: “Abbiamo fatto buone cose. Il campo asciutto, era difficile far scivolare la palla. Però sono tranquillo. Ora difendiamo a zona sulle palle inattive, una cosa nuova e dobbiamo migliorare sulle. Sono contento, abbiamo appena iniziato e dobbiamo migliorare tanto”
Nella prima Inter di Chivu c’è Seba Esposito
Nel disegnare la formazione iniziale, Chivu ha scelto per la continuità, nel modulo e nei nomi sulle maglie. Davanti a Sommer ha schierato Pavard e Bastoni ai fianchi di Acerbi, preferito a De Vrij, che pure era stato scelto dall’Inter per parlare alla stampa alla vigilia. A centrocampo nessuna sorpresa, con Barella e Mkhitaryan alle mezzali, e Asllani in regia, in supplenza di Calhanoglu. Sulle fasce, spazio a Darmian e Augusto, più in forma di Dimarco. L’unica sorpresa, in attacco, dove al fianco di Lautaro ha giocato l’ex giovane Sebastiano Esposito, ormai quasi ventitreenne, preferito a Thuram, che nemmeno dieci giorni fa con la sua Francia ha giocato la finale per terzo e quarto posto di Nations League contro la Germania. Torrent ha risposto schierando ovviamente tutti i migliori: Canales, Berterame, Ocampos e ovviamente l’eterno Sergio Ramos.
A Sergio Ramos risponde Lautaro
Nel primo tempo a giocare è stata l’Inter, nonostante Torres a uomo su Barella, Lautaro costantemente menato dai difensori, e la linea del Monterrey bassissima a protezione della porta. Al 22’ i nerazzurri hanno avuto la prima vera occasione, con Darmian che a porta spalancata ha sparato alto un pallone bel pallone che Barella gli aveva messo un metro avanti ai piedi. Tre minuti dopo, in applicazione dell’antica legge secondo cui al gol sbagliato segua sempre il gol subito, è arrivata la rete di testa di Sergio Ramos, che ha staccato con tempi perfetti su calcio d’angolo di Torres, sfuggendo ad acerbi e ingannando Sommer, fuori posizione e fuori tempo. Prima della pausa è arrivato il pareggio dell’Inter, su un bello schema: punizione calciata morbida da Asllani, tocco rapido di Augusto verso il centro dell’area e tocco facile di Lautaro.
Quanti rischi per l’Inter
Dopo dodici minuti della ripresa, Chivu ha lanciato il nuovo arrivato Luis Henrique e ha messo in campo Thuram al posto di Sebastiano Esposito, che qualcosa ha sbagliato ma ha fatto tante piccole belle cose. Ma la prima, gigantesca, occasione l’ha avuta Canales, che ha colpito un palo su punizione da fuori area, e Berterame ha pasticciato da un metro sulla ribattuta. Il tecnico dell’Inter ha reagito inserendo anche l’altro nuovo arrivato, Sucic, e ha girato il modulo in 3-4-2-1. Di risposta, Torrent ha rafforzato il centrocampo, inserendo il roccioso Ambriz. Nel finale, altro brivido per l’Inter, con il centrocampista croato che ha perso un pallone sanguinoso e Deossa che ha colpito l’esterno della rete.
Marotta su Inzaghi: “Ognuno sa quel che ha fatto”
Prima della partita, il presidente nerazzurro Beppe Marotta ha commentato le dichiarazioni dell’amministratore delegato dell’Al-Hilal, secondo cui l’accordo del club arabo con Inzaghi c’era già prima della finale di Champions League: “Si è chiuso un ciclo e ne è iniziato un altro. Non corro dietro alle dichiarazioni. Ognuno sa quel che ha fatto. Siamo grati a inzaghi per quel che ha fatto. Ma ora il testimone passa a chivu”, ha detto Marotta. Poi ha commentato le voci di mercato che vorrebbero l’attaccante Bonny molto vicino all’Inter: “Rientra in un elenco di giocatori sul tacuino della società, ma opggi è un giocatore del parma, non c’è molto da aggiungere”.
Il River Plate batte 3-1 l’Urawa Red Diamonds
Nell’altra gara del Gruppo E, che si è giocata sei ore prima rispetto al match di Pasadena, il River Plate ha battuto 3-1 i giapponesi dell’Urawa Red Diamonds. Tutte le reti degli argentini sono arrivate con colpi di testa. Ad aprire le marcature, una rete di Facundo Colidio. I giapponesi non hanno mollato, dimostrando una buona forma atletica e una certa organizzazione, ma nella ripresa, anche grazie al talento di Mastantuono, i milionarios hanno dilagato: prima Sebastiàn Driussi, poi Maximiliano Meza hanno tolto speranza ai diamanti rossi della prefettura di Tokio, che avevano trovato il solo gol con Yusuke Matsuo, su rigore.
Il tabellino di Monterrey-Inter
Monterrey 1 (Ramos 25’ pt)
Inter 1 (Lautaro 42’ pt)
Monterrey (3-5-2) Andrada 6.5 – Medina 6, Ramos 7, Guzman 6.5 – Chavez 6 (13’ st Aguirre 6), Canales 6.5 (45’ st Rojas Sv), Rodriguez 6 , Torres 6.5 (13’ st Deossa 6), Arteaga 6 – Berterame 6 (34’ st Ambriz 6), Ocampos 6.5 (45’ st Cortizo Sv). All. Torrent 6.5.
Inter (3-5-2) Sommer 5 – Pavard 6 (13’ st Henrique 6.5), Acerbi 5, Bastoni 6 – Darmian 5.5, Barella 6, Asllani 6.5 (24’ st Sucic 5.5), Mkhitaryan 6 (33’ st Zalewski), Augusto 6.5 (24’ st Dimarco 5.5) – Lautaro 6.5, S.Esposito 6 (13’ st Thuram 5.5). All. Chivu 6.
Arbitro: Sampaio (Bra) 6.
Note: ammoniti Rodriguez, Asllani, Barella e Lautaro. Spettatori 40.300.