La pubblicazione del calendario 2025/26 da parte della Premier League ha scatenato un putiferio in Inghilterra. Per la prima volta non è previsto il ‘Boxing day’ (ovvero le partite il 26 dicembre, ndr) che per gli inglesi è un rituale sacro. Vedere tutte le gare della 18/a giornata programmate il 27 dicembre ha fatto gridare i tifosi allo scandalo.
La Premier: “Calendario troppo fitto”
La Premier League ha spiegato: “L’intenzione è quella di garantire ai club, molti dei quali (ben 9, ndr), impegnati nelle coppe europee, un periodo di riposo più lungo durante il periodo natalizio e di Capodanno. A nessuna squadra verrà richiesto di giocare a meno di 48 ore di distanza tra il 18° e il 19° turno (27 e 30 dicembre). Ogni club, inoltre, giocherà una partita in casa il 27 dicembre o il 3 gennaio, con viaggi corti il 27 e il 30 dicembre”. La stessa Lega ha però subito puntualizzato che le partite, al momento programmate tutte assieme per il sabato 27 sono soggette a modifiche. Saranno le emittenti che detengono i diritti, ovvero Sky Sports e TNT Sports, a decidere quali anticipare per esigenze tv.
I club si sono lamentati delle date troppo ravvicinate
Lo scorso anno si erano disputate 8 gare il 26 dicembre ma molte squadre si erano lamentate per il divario troppo ristretto tra le varie partite in programma. Sicuramente a complicare tutto ci si è messo anche il calendario internazionale. Il nuovo format delle coppe europee ha cancellato la pausa di gennaio e febbraio, intasando ulteriormente gli slot a disposizione. Per questo la Premier, pressata dalle società, ha voluto assicurare a tutti un periodo di riposo maggiore durante le festività natalizie.
La tradizione secolare del “Boxing Day”
In Inghilterra il “Boxing Day” è nato nell’Ottocento. È così chiamato perché deriva dalla parola “box”, scatola, perché c’era l’usanza di regalare doni alle persone delle classi sociali più povere. In particolare, era consuetudine delle famiglie agiate britanniche di preparare delle apposite scatole con all’interno alcuni doni e avanzi del ricco pranzo di Natale, da destinare al personale di servizio a cui era concesso libero il giorno successivo al Natale, per far visita alle proprie famiglie. Nel calcio, e non solo, si è spesso utilizzata la data del 26 per permettere alle famiglie di portare i propri figli a vedere gli incontri. Una tradizione che ha consentito a generazioni intere di tifosi di rinnovare e trasmettere la propria passione. E che ora, invece, pare destinata sempre più a essere trascurata, vittima del calcio-business.