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Mourinho ct dell’Italia: lo voleva lo sponsor, Buffon ha detto no

Adidas era disposta a contribuire all’ingaggio, ma il capo delegazione azzurro era contrario. E il Fenerbahçe chiedeva una penale per liberarlo

ROMA – José Mourinho allenatore della Nazionale. No, non è stata solo una suggestione mediatica. L’ipotesi per qualche ora, forse un paio di giorni, è stata davvero sul tavolo, prima che la Figc scegliesse Gattuso. Con uno sponsor che ha spinto perché questa possibilità si verificasse.

Mourinho in Nazionale: lo voleva lo sponsor

È successo pochi giorni dopo l’esonero di Luciano Spalletti. La Federcalcio aveva incassato il rifiuto di Ranieri e sul tavolo del presidente della Federcalcio italiana si è presentata una carta a sorpresa: José Mourinho. A spingere per lui, soprattutto, l’Adidas. Il marchio di abbigliamento tedesco è lo sponsor della Nazionale italiana che nel tricolore ha investito, dal 2023, una cifra non trascurabile, e che ha già visto sfumare un Mondiale. Per valorizzare il marchio su cui ha puntato avrebbe apprezzato una figura riconoscibile, di altissimo profilo internazionale e sarebbe stata disposta a contribuire alla parte economica dell’operazione. Pur di avere un nome che, agli occhi del management di Adidas, potesse rappresentare una garanzia di risultati, soprattutto in vista del Mondiale del 2026: perderne un altro avrebbe rappresentato un danno macroscopico. Anche per la Figc, visto che perderebbe una parte significativa della cifra garantita dallo sponsor.

Gli ostacoli: il Fenerbahçe e Buffon

Insomma, c’è stato un momento in cui Mourinho avrebbe davvero potuto sedere sulla panchina azzurra. Ma sono stati due i muri che hanno fermato questa strada. Il primo: il Fenerbahçe. Il club turco infatti per liberare il proprio allenatore avrebbe voluto il riconoscimento di una sorta di penale, quantificabile in milioni di euro. Una condizione a cui una federazione non avrebbe mai potuto cedere. Il secondo ostacolo ha un nome e un cognome: Gigi Buffon, Il capo delegazione e direttore sportivo azzurro infatti si era convinto che per rinascere all’Italia servisse una figura diversa, un totem azzurro, uno degli eroi di Berlino. E Gattuso, fin da subito, era il nome nella testa dell’ex capitano.

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