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Danilo: “Sarò juventino per sempre, Wesley pronto per l’Italia”

L’ex capitano bianconero è già agli ottavi del Mondiale per club con il suo Flamengo: “Questo club è il mio amore bambino, la Juve il mio amore adulto”

Philadelphia – Che strana staffetta degli affetti e degli effetti c’è, qui a Philadelphia. Venerdì il Flamengo di Danilo è stata la prima squadra a qualificarsi per gli ottavi di finale di questo Mondiale per club, oggi la Juve gli si può mettere in scia se nello stesso stadio, il Lincoln Financial Field, batterà i marocchini del Wydad: la qualificazione sarà matematica se l’Al Ain non vincerà contro il Manchester City, ma anche nell’improbabile caso di vittoria delle violette arabe le possibilità sarebbero moltissime.

La juventinità di Danilo

“La differenza sarà nel cielo, più che sul prato: il Flamengo ha giocato contro il Chelsea alle 14 con una temperatura accettabile, la Juve lo farà nell’afa del mezzogiorno (le 18 in Italia) di una giornata annunciata torrida. «Ma in fondo», dice Danilo, «è una delle ragioni per cui le squadre brasiliane stanno andando meglio delle vostre: noi ci adattiamo a tutto e dappertutto, non è un caso che ci siano centinaia di calciatori brasiliani sparsi per il mondo». Sono 1.418, per la precisione, ma Danilo non è più tra quelli: «Le cose della vita vanno come devono andare. Segnare con questa maglia è stato speciale perché io e tutta la famiglia siamo sempre stati tifosi del Flamengo, tant’è che il telefono mi si è bloccato per i troppi messaggi e nella mia città hanno fatto un casino tremendo. Ma al tempo stesso sarò juventino per sempre. Il Flamengo è il mio amore bambino, la Juve il mio amore adulto».

La telefonata a Locatelli

La strada verso l’incontro tra i due amori è lunga ma lastricata di ottimismo e ambizioni: Danilo e i suoi vecchi compagni potrebbero trovarsi di fronte solamente in semifinale (se la Juve arrivasse seconda nel suo girone) o in finale. «Io me lo auguro», dice il vecchio capitano. «Parlare della Juve mi emoziona sempre. Ho visto la partita contro l’Al Ain e sono stato veramente orgoglioso dell’approccio, di come hanno giocato i ragazzi. Tudor è bravissimo, i ragazzi stanno dimostrando che possono fare un grande Mondiale». Danilo dice proprio “i ragazzi”, come se fosse ancora il loro capitano e forse un po’ lo è. «Dopo il rigore che ha segnato a Venezia ho subito telefonato a Locatelli, ero veramente orgoglioso di lui. Portare la squadra in Champions dopo tutto quello che è successo non era facile».

“Tutto quello che è successo” è una formula che comprende tante cose, ma principalmente il colpo di spugna che Giuntoli e soprattutto Thiago Motta avevano voluto dare, cambiando metodi, filosofia e persone, a partire da Danilo: «Ma adesso la società ha preso un’altra direzione. Auguro al club di tornare sulla strada giusta, vincente, che dia orgoglio ai tifosi».

L’atteggiamento di Tudor

I sottintesi sono così chiari che non vale neanche la pena richiamarli, anche se un’ulteriore riflessione di Locatelli, colui che ha ereditato la fascia di capitano, ne rafforza il significato: «Tudor conosce la Juve, conosce il dna bianconero, sa come parlarci e sa come trasmettere le sue idee. L’atteggiamento che ha portato da quando è arrivato è una cosa che ci serviva», ha detto il centrocampista, cui la caviglia dà ancora qualche problema. «Adesso siamo più gruppo. Le difficoltà ci hanno unito». Il non detto va sempre letto in controluce: Tudor sa come parlare e trasmettere le idee, Thiago Motta, che ne aveva di brillantissime, evidentemente no. O non riusciva a farsi capire o non hanno voluto capirlo.

La Juve su Wesley

Acqua passata, comunque. Questo Mondiale è un presente che serve anche a costruire il futuro. Di quello del Flamengo magari a noi importa poco («Calciatori come me, Jorginho e Alex Sandro portano mentalità vincente, organizzazione, cattiveria: per questo siamo ormai al livello delle squadre europee», dice Danilo), ma alla Juve importa di un giocatore brasiliano che può avere molto futuro, il ventunenne esterno destro Wesley: nel Flamengo gioca terzino, ma il meglio lo darebbe a tutta fascia in una squadra con la difesa a tre, e guarda caso, sulle sue tracce ci sono la Juve e la Roma. «Wesley è un ragazzo con tanta qualità, con un potenziale enorme. Penso che sia già pronto per l’Italia anche se non bisogna mettergli fretta, perché avrà bisogno di un periodo di adattamento». Il Flamengo ha fissato il prezzo: 35 milioni. L’offerta bianconera per ora non supera i 25.

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