SEATTLE – Ha regalato al suo allenatore dei tempi delle giovanili, Cristian Chivu, la prima vittoria sulla panchina dell’Inter. Lo ha fatto segnando al secondo minuto di recupero con il piede destro, che non è il suo, dopo mesi passati a soffrire, allenarsi e sperare. Era il 12 ottobre 2024 quando, in ritiro con la nazionale argentina, Valentin Carboni si ruppe i legamenti del crociato. Ed eccolo lì. “A vederlo segnare, mi sono commosso, perché so quel che ha passato”, ha detto Chivu in conferenza stampa, dopo la vittoria per 2-1 contro l’Urawa Red Diamonds. “Ho sofferto tanto in questi mesi. Il gol lo dedico alla mia famiglia e alla mia fidanzata, che mi sono stati vicini. Questo è un premio per lo sforzo che ho fatto”, ha detto lui a Dazn, entusiasta ed emozionato.
La rimonta tutta argentina
Allo stadio Lumen Field di Seattle, Chivu ha inserito Carboni dopo 26 minuti del secondo tempo, al posto di Asllani. Fuori un centrocampista, dentro un attaccante. In quel momento i giapponesi erano avanti 1-0, grazie alla rete iniziale di Watanabe, la prima mai segnata da una squadra nipponica a una italiana nel Mondiale per club. Dopo appena cinque minuti, Valentin, ventenne, ha potuto abbracciare il suo capitano, argentino come lui, che aveva pareggiato con una sorta di rovesciata in caduta. Nel finale, Lautaro ha ricambiato l’abbraccio, quando a segnare è stato il ragazzo di Buenos Aires. “Per me Lautaro è un grande esempio. Ora posso vedere da vicino come si allena, la fame che ha. Cerco di seguire quello che fa e la sua mentalità. Il mio obiettivo è allenarmi e stare a disposizione del mister. Il mio recupero non è ancora finito”, ha raccontato Valentin.
Giovani all’università del calcio
Per l’argentino, questo torneo americano è una sorta di università del calcio. Lo stesso vale per i fratelli Esposito, Sebastiano e Pio, “che nelle giovanili ho allenato da quando aveva 13 anni, facendolo capitano”, ricorda Chivu. Cosa sarà dei tre giovani, da qui all’inizio del campionato – il 25 agosto a Milano contro il Torino – si vedrà. Intanto si godono il momento. Valentin più di tutti, visto che il suo sigillo sul Mondiale per club lo ha già messo. “Sono contento per la vittoria perché ce la meritavamo. Dovevamo vincere per forza. Quando ho fatto gol mi sono emozionato”. Quel momento lo sognava da tempo, almeno da quando – nel giorno d’apertura del Festival di Sanremo – l’Inter ha annunciato ufficialmente il suo rientro anticipato dal Marsiglia, dov’era in prestito. Ma quel sogno ha radici più lontane.
Da Buenos Aires a Milano
Nato a Buenos Aires il 5 marzo 2005, Valentin Carboni è figlio d’arte: suo padre Ezequiel è stato calciatore, come i fratelli Franco e Cristiano. In possesso del doppio passaporto, argentino e italiano, Carboni è mancino, con ottima tecnica e visione di gioco. Fra area e trequarti, può fare praticamente tutto. Dopo gli inizi nel settore giovanile del Lanús, nel 2019 arriva in Italia, prima al Catania, poi l’anno successivo all’Inter. Qui lavora con Chivu, allora tecnico delle giovanili. Esordisce in prima squadra nell’ottobre 2022 con Inzaghi, contro la Roma. Un mese dopo debutta in Champions contro il Bayern Monaco.
Con i nerazzurri conquista Supercoppa e Coppa Italia nella stagione 2022-2023, pur senza giocare la finale. Nell’estate 2023 viene ceduto in prestito al Monza, dove segna il suo primo gol in Serie A, contro la Juventus. Nell’agosto 2024 si trasferisce al Marsiglia, ma l’infortunio rovina i piani. Ora ha l’occasione di convincere il suo ex tecnico a tenerlo alla Pinetina, dove sogna di allenarsi da quando, quattordicenne, fece le valigie per lasciare l’Argentina e tornare nella sua patria ancestrale. È nella terra dei suoi avi che vuol dimostrare quanto vale.