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Pogba riparte dal Monaco e attacca la Juve: “Non mi ha aiutato e non ho capito perché”

Scontata la squalifica per doping, il francese ad un passo dal club del Principato

Il ritorno di Pogba, ferito ma non abbattuto, pronto a prendersi la sua rivincita. Il centrocampista francese è ormai un calciatore del Monaco, il club francese che ha deciso di scommettere sull’ex Juventus dopo un quadriennio di peripezie, infortuni, errori e vicende giudiziarie di cui è stato parte lesa, oltre alla squalifica per doping ormai scontata. Ripartirà dal Principato, dalla Ligue 1 in cui, paradossalmente, non ha mai giocato pur essendo il calciatore più iconico degli ultimi venti anni in Francia: “Sono mentalmente e fisicamente pronto e non vedo l’ora di riprendere, a 32 anni, come se fossi ancora un ragazzino”.

Il rapporto ormai concluso con la Juventus

Classe 1993, Pogba era tornato alla Juventus per ritrovare il suo passato, quelle sensazioni che l’avevano reso felice e soprattutto una stella a livello planetario. Come spesso accade, però, la delusione nel ripercorrere le tappe del passato è stata grande: prima l’infortunio, poi i tentativi di estorsione perpetrati anche dal fratello Mathias, infine la squalifica per quattro anni per doping, ridotta poi a 18 mesi: “Alla Juventus ho chiesto aiuto, tra virgolette, come la possibilità di fare dei massaggi o di avere un preparatore atletico, facevo sempre parte della squadra – ha raccontato in un’intervista alla trasmissione Setp-à-Huit, su Tf1 -. Ne avevo diritto, ma diciamo che non mi hanno sostenuto: questo mi ha colpito, non ho capito il perché”. Rapporto che si è concluso con l’addio alla Juventus.

Il processo per estorsione

A minare la stabilità mentale e di conseguenza fisica del francese, c’è stata anche la vicenda del tentativo di estorsione da parte di un gruppo di conoscenti di cui faceva parte anche il fratello. Vicenda che si sta sviluppando nelle aule dei tribunali francesi: “Sono cose tristi, perché si tratta di persone con cui sono cresciuto. Con mio fratello siamo in contatto, non come prima, ma ci siamo parlati. Il legame resta, ma pure la cicatrice”.

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