Seattle – Matteo Darmian chiede in prestito la macchina a un fotografo e scatta immagini ai suoi compagni che si preparano a entrare in campo. Lautaro s’improvvisa dj, e le casse della palestra del Virginia Mason Athletic Center pompano musica reggaeton. Le hit sono quelle di La Planta e Karol G, che uniscono i ragazzini di tutto il mondo, da Milano a Buenos Aires. Cristian Chivu, come primo esercizio per l’allenamento della vigilia della sfida al River Plate, sceglie il ruba bandiera. E mentre i giocatori si rincorrono, si sfida con i suoi assistenti a fare lanci di quaranta metri. Eccolo, il clima leggero invocato dai senatori dello spogliatoio. «C’è tanta stanchezza mentale, serve spensieratezza», ha detto Bastoni dopo la vittoria con l’Urawa Red Diamonds. L’allenatore lo ha accontentato.
La sfida con il River di Gallardo
Se sorrisi e ritmi latini avranno aiutato i nerazzurri ad arrivare agli ottavi del Mondiale per club, lo sapremo all’alba di domani. Alle 3 l’Inter sfiderà un River Plate anomalo. Nel suo 3-5-2, Marcelo Gallardo dovrà schierare un centrocampo tutto nuovo, visto che i tre titolari sono squalificati. Sorvegliato speciale sarà il baby fenomeno Mastantuono, che prima di trasferirsi al Real Madrid, e in attesa di compiere diciotto anni, vuole regalare un trofeo ai millonarios.
Un giovane talento argentino lo ha anche Chivu, si chiama Valentin Carboni, e segnando al 92’ contro i giapponesi ha messo l’Inter nella condizione di passare il turno da prima del girone vincendo l’ultima gara, senza curarsi del risultato di Monterrey-Urawa. «È stata una gioia enorme. L’abbraccio di Lautaro mi ha dato una carica incredibile», racconta il ventenne. Pio Esposito, che i venti li compirà sabato, pensa invece a casa: «Immagino l’emozione dei miei genitori, che dall’Italia guardano me e Sebastiano giocare dall’altra parte del mondo con la maglia dell’Inter».
In tre per un posto al fianco di Lautaro
Nel ritiro americano i fratelli Esposito dormono in stanza insieme e vivono in simbiosi. Ma sul campo è un’altra cosa: in una corsa a tre con Carboni si giocano il posto di fianco a Lautaro, visto che Thuram sta ancora recuperando e Taremi è bloccato in Iran dalla guerra. Lasciata Teheran, troppo pericolosa, si è trasferito nella città in cui è nato. Chivu non potrà contare su Bisseck, Çalhanoglu, Pavard e Zielinski. Più avanti Frattesi, che potrebbe esserci per l’eventuale ottavo.
Può bastare un pari per andare avanti
La matematica dice che Inter e River, per passare entrambe, dovrebbero pareggiare segnando due o più gol a testa. Ma il biscotto è un pensiero che nessuno vuole fare, da una parte e dall’altra. «Per noi questa sfida è l’occasione di alzarci di livello», ha detto il presidente del River, Jorge Brito. «Ci teniamo, è un torneo importante», dice il veterano Darmian, consapevole di come giocare un bel Mondiale possa velocizzare le operazioni di pulizia delle scorie della finale di Monaco, di cui inevitabilmente parlano nelle interviste tutti i giocatori interisti, da Mkhitaryan a Barella, fino a Dumfries, finalmente tornato ad allenarsi coi compagni.
Agli ottavi, l’Inter sfiderebbe una delle due qualificate nel gruppo F, guidato da Fluminense e Borussia Dortmund, appaiate a 4 punti in attesa della terza partita. Secondo le proiezioni dei siti di scommesse, ai quarti i nerazzurri potrebbero incontrare una fra la Juventus e l’Al-Hilal di Simone Inzaghi. Non incroci banali. Anche per questo, dietro alla musica e ai sorrisi, Chivu sa quanto conti passare il turno.