SEATTLE – In un Paese che aspetta da troppi anni un vero centravanti d’area, cedere a facili entusiasmi è fin troppo facile. Ma è evidente che nella partita di Pio Esposito contro il River Plate, ancor più che nel gol, c’è molto di buono. Il quasi ventenne di Castellammare di Stabia, fratello d’arte, al suo esordio da titolare nell’Inter dei grandi ha dimostrato di non avere paura delle pedate, anche quando a darle è una vecchia volpe della difesa come Paulo Diaz. Ha risposto colpo su colpo, fisicamente ha sovrastato il suo marcatore, e quando Sucic gli ha messo la palla giusta, si è prodotto in una sorta di dimostrazione di tutto quel che deve fare un attaccante della sua stazza: stop, controllo, girata, colpo secco in porta.
L’emozione del primo gol
“Sicuramente è il giorno più bello della mia vita e anche il più emozionante. Devo ancora realizzare cos’è successo”, ha detto in conferenza stampa l’autore del primo gol interista. Poi ha riavvolto il nastro di ventiquattrore, a quando tutto doveva ancora succedere: “Tante volte ho sognato quando avrei fatto il primo gol con la maglia dell’Inter. Quando ho saputo che sarei partito titolare, ho sperato potesse andare così”. A farsi trattare da novellino non ci sta: “Ho giocato già ottanta partite fra i professionisti, anche se mai a questo livello. Sono molto migliorato”. In tv, ai microfoni di Dazn, aveva ricordato come il suo gol contro il River, che ha mandato l’Inter agli ottavi del Mondiale per club a Charlotte contro il Fluminense, ricordi da vicino quello fatto con la maglia dello Spezia nei playoff di Serie B contro la Cremonese, lo scorso 1 giugno. “Purtroppo quella rete non è servita, questa invece sì, e per questo è speciale”.
Il legame con Chivu
Pio Esposito è una creatura di Cristian Chivu, che lo allena da quando ha 13 anni, lo ha fatto capitano giovanissimo, e ora lo ha lanciato titolare in una partita importante, in cui non poteva contare su Thuram, infortunato, né Taremi, bloccato in Iran dalla chiusura dello spazio aereo. “Pio l’ho conosciuto che era più basso di me, adesso è due teste più alto. Non lo paragono a nessuno. La sua intelligenza calcistica è notevole, anche fuori area. I fratelli Esposito sono tutti forti. Possono giocare insieme, oggi un pensiero l’ho fatto, ma Pio non ne aveva più. Bisogna fare i complimenti alla famiglia”. A Pio, allo stadio Lumen Field, è infatti subentrato il fratello maggiore Sebastiano.
Chivu: “Pio va gestito con calma”
Quello che si chiedono i tifosi interisti è: cosa succede adesso? I due posti da titolari dell’attacco interista sono occupati da Lautaro e Thuram. Dal Parma è in arrivo Bonny, che Chivu ha allenato nei mesi che hanno portato alla salvezza. Se Taremi dovesse salutare, come è probabile, si porrebbe il tema di sostituirlo. “Pio va gestito con calma. È un 2005 e ha margini di miglioramento. Calato subito in una realtà non facile. Il gol di questa sera è il premio del lavoro che ha fatto e della sua intelligenza. A 18 anni ha scelto di andare in un’altra categoria, sperimentando il gioco degli adulti. Il lavoro bisogna continuare a farlo ed è pronto”, dice Chivu, senza sbilanciarsi. Ma quanto sia fiero di lui, prima ancora che le parole, lo dicono gli occhi.