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Pio Esposito supera la prova del 9, l’Inter avanza al Mondiale per club

Alla prima da titolare in nerazzurro il giovane attaccante ha firmato il primo gol nel 2-0 al River Plate che è valso il pass per gli ottavi: “È il giorno più bello della mia vita”

SEATTLE – Sliding doors. Pio Esposito sarebbe dovuto essere con l’U21 all’Europeo in Slovacchia: domani si gioca la finale e lui compie 20 anni, ma l’Italia è uscita ai quarti contro la Germania e lui ha rinunciato al torneo per curare la distorsione al ginocchio. Si è ritrovato al Mondiale per club, ha segnato contro il River Plate alla prima da titolare con i nerazzurri, con la maglia che indossa da quando aveva nove anni.

La famiglia Esposito

Papà Agostino sognava un figlio calciatore, ne ha avuti tre. «Gli Esposito sono tutti forti, hanno intelligenza, potrebbero giocare insieme. Il grazie va alla famiglia», ha detto Chivu dopo la vittoria sugli argentini che vale gli ottavi contro il Fluminense, lunedì a Charlotte.

Pio diventato capitano con Chivu

A Spezia, dove ha fatto due stagioni in B, Pio ha giocato con il fratello Salvatore, 25 anni, mediano vecchia scuola, estirpatore di palloni. All’Inter ha ritrovato Sebastiano, 22 anni, seconda punta con valigia: ha esordito in Europa League in nerazzurro a 16 anni e 8 mesi, poi è cominciato il giro di prestiti nella provincia. «Avrei potuto metterli in campo insieme, ma Pio era esausto, ho preferito alternarli», dice Chivu, che allenava Pio già a 13 anni, e lo ha fatto capitano.

Al River un gol da centravanti vero

«È il giorno più bello della mia vita. Devo realizzare cos’è successo. Tante volte ho sognato il primo gol con l’Inter. Ho capito di aver segnato quando ho visto Lautaro esultare, poi ho abbracciato mio fratello», racconta Pio Esposito, commentando quella rete da centravanti vero: stop, controllo, girata, tiro potente. Sebastiano ascolta seduto su una sedia, fuori dal fascio di luce, t-shirt bianca e ciabatte ai piedi. «C’è di peggio», rispondeva col sorriso Pio, alla vigilia della partita, quando gli si chiedeva come i suoi genitori gestissero l’emozione complessa di vedere due figli competere per un posto. L’impressione è che la competizione sia già finita.

Il futuro di Sebastiano e Pio

Sebastiano è legato all’Inter fino al 2026, ma l’Empoli può riscattarlo. Pio fino al 2030: molti tifosi chiedono che resti in squadra. «Ho giocato 80 partite fra i professionisti. Sono pronto», dice lui. Due maglie in attacco sono di Lautaro e Thuram. La terza di Bonny. Per la quarta, oggi di Taremi, si vedrà. Piace Højlund, ma relegare Pio a quinta punta sarebbe un peccato, e non è detto accetterebbe. «Va gestito con calma, ha margine. Il gol è il premio per il lavoro che ha fatto. A 18 anni ha scelto di andare in B con gli adulti», dice Chivu. Quanto sia fiero di lui, più che le parole, lo dicono gli occhi. Sono quelli di un intero Paese, che da anni sogna il centravanti d’area che alla Nazionale manca dai tempi di Luca Toni.

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