ORLANDO – Dopo il Manchester City alla Juventus toccherà dunque il Real Madrid, cioè le due squadre che secondo Tudor “sono state le più forti degli ultimi dieci anni”: l’impatto con la prima delle due è stato catastrofico, ma nell’ottavo di finale contro gli spagnoli, che si giocherà martedì 1° luglio a Miami alle 21 ora italiana, i bianconeri torneranno a schierare la formazione migliore e ritroveranno gli stimoli che contro il City sono evidentemente mancati: alla fine la voglia di spendere l’anima per provare a difendere il primo posto nel girone non c’è stata. In una sfida senza appello sarà diverso.
Tudor: “Il City può spendere cento milioni come vuole”
“Dobbiamo dimenticare questa partita in fretta” ha detto Tudor, che però non ha processato i suoi. “Non ho niente da rimproverare, a volte il calcio è brutto ma è così. Loro erano più forti e noi per fare meglio avremmo dovuto essere al completo e più freschi. Non è per cercare scuse, ma loro spendono 50 o 100 milioni come vogliono”. E questa frase, che in altri tempi sarebbe stata benissimo sulla bocca di Antonio Conte, dice molto della condizione di inferiorità in cui si sente la Juventus, che pure negli anni ha riversato sul mercato centinaia di milioni. Adesso non lo può più fare o deve farlo con oculatezza per cui il gap cresce, anche se sia il City sia il Real la qualità la sanno anche scovare e valorizzare. In ogni caso, già nei giorni scorsi Tudor aveva esposto il concetto: “È matematico, nel calcio più spendi e più sei competitivo”.
Juventus-Real Madrid agli ottavi del Mondiale per club
Su queste basi contro il Real la Juve sarebbe battuta in partenza, invece si sente in grado di poter sovvertire il pronostico ed è da giorni che i giocatori assicurano di non sentirsi inferiori a nessuno. Come il City, anche il Madrid in questo Mondiale è partito piano ma è cresciuto di partita in partita: i ragazzi di Pep hanno fatto 11 gol nelle ultime due, quelli di Xabi Alonso si sono fatti imbrigliare dall’Al Hilal di Inzaghi all’esordio ma poi hanno rifilato tre reti al Pachuca, pur avendo giocato quasi l’intera partita in 10 per l’espulsione di Asensio, e altrettanti al Salisburgo nonostante l’assenza di Mbappé, che sta lentamente recuperando dalla gastroenterite acuta che lo aveva addirittura costretto a un ricovero in ospedale. Contro la Juve potrebbe tornare buono per la panchina.
Il flop delle seconde linee della Juventus
Tudor, da parte sua, ha invece ricevuto risposte negative dalle seconde linee, anche se in definitiva era difficile definire una formazione di scorta quella presentata di fronte al Manchester City: l’unico giocatore fuori contesto è stato Kostic, che resta comunque un elemento di livello internazionale, mentre non possono certo essere considerati delle riserve Koopmeiners, Locatelli, Vlahovic e Nico Gonzalez, i quattro che hanno rimpiazzato i titolari delle prime due gare. Ma se l’olandese e l’azzurro hanno almeno l’alibi della condizione fisica, giacché sono appena rientrati da un infortunio (particolarmente serio quello di Koop), il serbo e l’argentino non hanno giustificazioni: hanno giocato con distacco e insussistenza, come se si sentissero tagliati fuori dal resto del gruppo. La Juve li venderebbe volentieri entrambi, ma il mercato non sfrigola per loro, che a loro volta non sembrano più così coinvolti dal bianconero. Intanto altri due giocatori in odore di cessione, Weah e Mbangula, sono stati relegati in tribuna: la trattativa con il Nottingham, disposto a scucire 28 milioni per la coppia, è in fase avanzata ma i due, e in particolare Weah, stanno ancora nicchiando.