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L’attacco di Lautaro, ecco i calciatori nel mirino. Calhanoglu risponde: “Non ho mai tradito”

Le parole dell’argentino dopo l’eliminazione dell’Inter dal Mondiale per club (“Chi non vuole restare se ne vada subito”) aiuteranno Marotta rinnovare la rosa. La replica del turco sui social: “Un leader non cerca colpevoli”. E Thuram mette “Mi piace”

CHARLOTTE – Prima la sconfitta per 2-0 con il Fluminense, costata all’Inter l’eliminazione dal Mondiale per club agli ottavi. Poi la bordata del capitano: “Io non voglio perdere. Qua bisogna voler restare. Qua si lotta per obiettivi. Chi vuole restare, resti. Chi vuole andare via, vada via. Ho visto tante cose che non mi sono piaciute. Io sono il capitano e voglio continuare a restare in alto. Chi non vuole restare, arrivederci”, parola di Lautaro Martínez. Il riferimento era chiaro a tutti: Hakan Çalhanoglu, che da settimane, come Pollicino, lascia una scia di indizi sulla sua volontà di trasferirsi al Galatasaray. L’ultimo: il suo parrucchiere ha pubblicato una foto insieme al giocatore, con scritto “speriamo si realizzi presto”. Sottinteso: il sogno di vederlo nel club giallorosso di Istanbul, pronto a offrirgli 10 milioni netti a stagione.

Non solo Çalhanoglu nel mirino di Lautaro

Che il messaggio del capitano interista avesse un destinatario preciso, lo ha chiarito il presidente Beppe Marotta: “Non l’ha detto lui ma lo dico io: il discorso è riferito a Çalhanoglu”. Ma la pattuglia di chi, dopo la sconfitta in finale di Champions League a Monaco, si guarda intorno è più corposa. E ora si capisce pienamente il senso delle parole con cui l’allenatore nerazzurro Cristian Chivu ha salutato Davide Frattesi, tornato in Italia alla vigilia della sfida contro i campioni del Brasile: “Come altri compagni, andrà in Italia per curarsi, recuperare, fare le vacanze. Poi ci sono delle voci che non fanno bene né a loro né al gruppo”. Frattesi, scontento già con Inzaghi, potrebbe chiedere di partire. Il Napoli lo cerca. Anche lui nel mirino di Lautaro? Difficile dirlo. Ma è chiaro che il discorso del Toro ha una portata generale.

La risposta di Çalhanoglu: “Il leader resta accanto ai compagni, non cerca colpevoli”

Lo stesso centrocampista ha voluto rispondere alle parole di capitan Lautaro, attraverso un post su Instagram: “Rispetto ogni opinione — anche quella di un compagno, anche quella del presidente. Ma il rispetto non può essere a senso unico. L’ho sempre dimostrato, dentro e fuori dal campo. E credo che nel calcio, come nella vita, la vera forza stia proprio nel sapersi rispettare, soprattutto nei momenti più delicati. Non ho mai tradito questa maglia. Non ho mai detto di non essere felice all’Inter. In passato ho ricevuto offerte — anche molto importanti. Ma ho scelto di restare. Perché so cosa rappresenta per me questa maglia. E pensavo che le mie scelte parlassero da sole. Ho avuto l’onore di essere il capitano della mia nazionale. E lì ho imparato che il vero leader è quello che resta accanto ai suoi compagni, non quello che cerca un colpevole quando è più facile farlo. Amo questo sport. Amo questo club. E amo questi colori, per cui ogni giorno ho dato tutto. Il futuro? Lo vedremo. Ma la storia ricorderà sempre chi è rimasto in piedi. Non chi ha alzato di più la voce”.

Un post molto lungo che spiega anche l’avventura in Usa per il Mondiale per club : “Dopo l’infortunio nella finale di Champions League, abbiamo comunque deciso che partissi con la squadra per gli Stati Uniti. Essere lì, anche senza poter scendere in campo, è stato importante per me. Volevo stare vicino al gruppo, dare il mio supporto. Purtroppo, durante un allenamento negli USA, ho riportato un altro infortunio — in una zona diversa. La diagnosi è stata chiara: uno strappo muscolare.

Per questo non ho potuto giocare in questa competizione. Non c’è altro. Nessun retroscena. Ieri abbiamo perso. E fa male. L’ho vissuta con tristezza, non solo da calciatore, ma da persona che tiene davvero a questa squadra. Nonostante l’infortunio, subito dopo il fischio finale ho chiamato alcuni compagni per far sentire il mio sostegno. Perché quando ci tieni, è quello che fai. Quello che mi ha colpito di più, però, sono state le parole arrivate dopo.

Parole dure. Parole che dividono, non uniscono. In tutta la mia carriera non ho mai cercato scuse. Mi sono sempre preso le mie responsabilità. Ho giocato anche con il dolore. E nei momenti difficili, ho sempre cercato di essere un punto di riferimento. Non a parole, ma con i fatti”. Fra i “like”, anche quello di Marcus Thuram e di Gaia Lucariello, moglie di Simone Inzaghi

La moglie del turco contro Lautaro

Prima dell’intervento del marito, Simen Çalhanoglu, moglie del centrocampista turco, aveva pubblicato su Instagram una storia che sembrava un’evidente risposta a Lautaro. “Certe persone non sono leali a te, sono leali al loro aver bisogno di te. Quando le loro necessità cambiano, lo stesso vale per la loro lealtà. Non rimpiangere di avere un buon cuore, Hakan. Tutte le cose belle tornano e si moltiplicano”

La posizione di Marotta

Marotta, a caldo, dopo le parole di Lautaro, ha adottato la tattica del bastone e della carota. Da un lato, ha chiarito che è il turco l’obiettivo degli strali del capitano, esponendolo inevitabilmente al giudizio del tribunale del tifo, severissimo dopo il finale di stagione a zero titoli. Dall’altro, ha tutto l’interesse a mantenere buoni rapporti con Hakan, in modo che il giocatore, nel trasferirsi in Turchia (ma piace anche in Arabia), tenga conto anche del vantaggio che il trasferimento potrà portare all’Inter. “Non dobbiamo buttargli la croce addosso, parleremo con lui. Non ci sono i presupposti per separare le nostre strade. Se ci saranno, lo faremo senza problemi”. Tradotto: il numero 20 non ha chiesto esplicitamente di andarsene. E soprattutto, non è ancora arrivata l’offerta del Galatasaray all’Inter per il cartellino del regista, il cui contratto scade il 30 giugno 2027.

Il caso Brozovic

“La situazione di Çalhanoglu – ha approfondito Marotta – sarà definita quanto prima. Risolveremo con lui nel migliore dei modi. Çalhanoglu va ringraziato per quello che ha fatto. Oggi inizia ufficialmente il mercato. Chi vuole andare via deve prendere una posizione molto forte. Ascolteremo Çalhanoglu come chiunque altro. Ma nessuno ha chiesto di andare via”. Marotta è consapevole del rischio che si riproponga un caso Brozovic, pagato appena 18 milioni dall’Al-Nassr, dove è andato a guadagnarne 30 più bonus a stagione. Al tempo stesso, il presidente dell’Inter gli mette fretta, per evitare di trovarsi col cerino in mano, a dover cercare un regista in agosto inoltrato, quando ormai il grosso dei giochi è fatto.

La strategia di Marotta

All’Inter, i 12 milioni abbondanti della qualificazione ai quarti del Mondiale per club avrebbero fatto molto comodo sul mercato. Per farsi un’idea: Sucic, che ha ben figurato negli Stati Uniti, ne è costati 14 più bonus. Nonostante il danno dell’uscita agli ottavi, in ogni caso, l’Inter ha finalmente qualche soldo da spendere, avendo chiuso la stagione 2024/25 in attivo, con ricavi record di 550 milioni. Oltre al croato sono arrivati l’esterno brasiliano Luis Henrique, il riscatto di Zalewski e Bonny, attaccante ex Parma. Con qualche cessione di peso – a partire da Çalhanoglu e Frattesi – si aprirebbero altre possibilità di investimento, con Leoni primo nome nella lista dei possibili acquisti. In questo senso, il discorso di Lautaro, “chi non vuole restare se ne vada”, per Marotta è un assist eccezionale: ha una rosa vecchia da rinnovare e vuole evitare ciò che accadde nella stagione 2010/11 all’Inter post-Triplete, quando si decise di fatto di confermare tutti i vincitori di Madrid, per poi svenderli o perderli a zero uno o due anni più tardi. D’altra parte, fosse per i tifosi, con l’eccezione di Lautaro, dei giocatori in rosa non se ne salverebbe uno. Basta vedere i commenti su Instagram agli ultimi post di Marcus Thuram, accusato di essere andato negli Stati Uniti in vacanza.

La protezione nei confronti di Chivu

Gli strali di Lautaro e le strategie di Marotta permettono a Chivu di recitare la parte dello “sbirro buono” nei film polizieschi. Di lui, dopo la trasferta americana, resta l’immagine dell’allenatore sorridente, che dà spazio in prima squadra ai giovani che ha cresciuto, ma al tempo stesso rispetta i senatori nel disegnare la squadra titolare. Porta in allenamento la spensieratezza che i giocatori chiedono, ma sa anche dare la carica quando serve. “Io avevo detto anche che bisogna rimanere sulla stessa barca. Diciamo che sono stato più delicato di Lautaro. Lui è entrato a gamba tesa, ma ho detto la stessa cosa”, ha chiarito dopo la sconfitta con il Fluminense. Poi ha rivolto un invito generale a spegnere l’incendio, anziché alimentarlo: “Non mettiamo benzina sul fuoco. Non iniziamo sempre a raspare sul fondo. Prendiamoci le cose buone. Ho avuto modo di vedere il gruppo e conoscerne pregi e difetti. Ovvio che pretendo di più, ma bisogna mantenere lucidità. Le analisi non si fanno mai dopo una sconfitta del genere”.

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