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Gonzalo, la nuova star del Real Madrid: il nonno torero, la prozia Rita Hayworth e il ritorno del 9

Xabi Alonso lo ha promosso in prima squadra, durante il Mondiale per club si è guadagnato i gradi di vice Mbappé. Questa sera, alle 21, la sfida tra i Blancos e la Juventus

MIAMI – Il Real Madrid è una squadra in evoluzione, sta cambiando pelle e filosofia perché Xabi Alonso è concettualmente un allenatore molto diverso da Ancelotti e anche perché si stanno affacciando sul regale mondo blanco delle facce nuove a cominciare da quella di Gonzalo Garcia, anzi Gonzalo e basta, ventunenne madrileno e madridista che Xabi Alonso ha pescato nel Castilla, la squadra B del Real che gioca in terza divisione, ma che già Ancelotti aveva collaudato in prima squadra.

Gonzalo il vice Mbappé

Nella stagione appena finita, Gonzalo ha segnato 25 gol, al Mondiale per club ne ha fatti due (più un assist) in tre partite, meritandosi il ruolo di vice Mbappé. Nel frattempo gli scalda il posto, in attesa che il francese smaltisca la gastroenterite acuta che gli ha fatto saltare tutta la fase a gironi, costringendolo addirittura a passare una notte dell’ospedale di Palm Beach.

Gonzalo, il nonno torero e la prozia star di Hollywood

Gonzalo è un prodotto classico della Fabrica, il vivaio del Real, e il discendente di una famiglia originale assai. Suo nonno fu un celebre torero, Manuel Torres-Cansino, il quale era cugino di Margarita Carmen Cansino: il nome di costei non dirà nulla ai più, perché il mondo l’ha conosciuta come Rita Hayworth (era il cognome della madre). La diva di Hollywood, in pratica, è la prozia di Gonzalo, che non ha la faccia d’attore e neanche la sfacciataggine da star, ma solo il fiuto fino del goleador di razza, quello che in area si orienta con l’istinto e trova sempre il modo di avere l’appuntamento giusto con il pallone.

Joselu l’ultimo vero 9 del Real

Nelle giovanili ha però spesso giocato all’ala, tanto a destra quanto a sinistra, perché sa essere un attaccante versatile, anche se il Real ha bisogno di lui prima di tutto per il suo senso del gol, quello che viene espresso senza fronzoli. Nella rosa di Xabi Alonso non c’era un giocatore con quelle caratteristiche. Non lo aveva neanche Ancelotti, che almeno l’anno prima poteva fare conto sul vecchio Joselu, che nel 2023/2024 segnò diversi gol sporchi e decisivi prima di andare a chiudere la carriera in Qatar.

Gonzalo lanciato da Ancelotti

È stato Carletto, in realtà, a introdurre Gonzalo in prima squadra, concedendogli tre spezzoni in Liga e uno in Copa del Rey, dove gli sono bastati 8′ per segnare il suo primo gol da professionista. Ma nei mesi scorsi l’assenza di un 9 classico si è sentita, perché nessuno degli attaccanti madridisti ama sguazzare nell’area di rigore: un limite, soprattutto in certe partite in cui c’è da scoperchiare difese ermetiche. Il Real pensava infatti all’acquisto di un centravanti (l’idea era di sacrificare Rodrygo), tramontata adesso che Gonzalo si è dimostrato affidabile.

Le varianti di Xabi Alonso

Xabi Alonso del resto ha sempre creduto nei veri 9 e non ha cambiato opinione adesso anche al Real, anche se in partenza la coppia d’attacco sarà composta da Vinicius e Mbappé: nessuno dei due è un centravanti, entrambi amano partire da sinistra, ma di gol ne hanno sempre segnati a carrettate. Il Real sta cambiando. Rispetto agli anni di Carletto, Xabi Alonso vuole un senso del collettivo più spiccato, più pressing, più rapidità nel recupero palla.

La riconversione di Bellingham e Arda Güler

Tatticamente ha introdotto la difesa a tre che, come a Leverkusen, alternerà a quella a quattro anche se qui non ha esterni esplosivi come quelli che aveva al Bayer, Frimpong e Grimaldo. La vera novità è la trasformazione di Bellingham e Arda Güler in centrocampisti puri, con Valverde o Tchouaméni (che con la difesa a tre arretra invece a centrale, come i liberi di una volta) a completare il reparto. Il turco è considerato il successore di Modric, anche se il mercato qualcosa d’altro dovrebbe portare oltre, ad Alexander-Arnold, Huijsen e Mastantuono. Ma di un vero 9 non c’è più bisogno.

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