C’è una strana magia che, nel calcio, circonda le maglie numero 9 e 10. Sono simboli, definiscono chi le indossa. Anche Lamine Yamal ne ha subito il fascino. Il 13 luglio compirà 18 anni, un traguardo che ha scelto di celebrare prendendosi la 10 del Barcellona. Il primo indizio lo ha lasciato via social, condividendo un’immagine di Maradona in blaugrana col 10 sulle spalle. Lo vestirà anche lui dal prossimo anno, lasciando il 19 che lo ha accompagnato nei primi anni di carriera. Un po’ come Messi, che esordì con il 30 per passare poi al 19, con cui aspettò diligente che Ronaldinho liberasse l’agognato 10. E i risultati si sono già visti, con un numero impressionante di maglie del giovane talento vendute immediatamente.
Il 10 del Napoli a De Bruyne?
Maradona al Barcellona giocò due anni, dal 1982 al 1984, poi divenne re a Napoli. In suo onore, dal 2006 il club azzurro ha ritirato la maglia col 10. L’ultimo a indossarla fu il Pampa Sosa, in una partita contro il Frosinone dell’aprile 2006. Segnò un gol in pallonetto, poi corse sotto la curva sventolando una t-shirt azzurra con scritto sopra: “Chi ama non dimentica, onore a chi ha fatto la storia del Napoli”. Quella maglia, l’ultimo 10 azzurro, Sosa la fece poi firmare a Maradona in persona. Un cimelio che conserva gelosamente. Quasi vent’anni dopo a Napoli si è tornato a parlare di quel numero magico. È successo in queste settimane, quando il presidente De Laurentiis ha annunciato il colpo dell’estate, l’arrivo di De Bruyne. In un attimo è tornato un tormentone già vissuto con Lavezzi, Insigne e infine Kvaratskhelia: rimettere in circolo la 10, affidarla alle sapienti cure del belga ex Manchester City. I tifosi si sono divisi, anche se la sensazione è che resista il partito di chi vuole proteggere il ricordo di Maradona, tenendo lontano chiunque dal suo 10. Il Napoli non ha ancora comunicato il numero di maglia di De Bruyne, presto sapremo.
Yildiz, la Juve e il simbolo di un nuovo corso
La maglia numero 10 contiene una mistica tutta sua. Appartiene a chi porta fantasia, a chi crea gioco, a chi ha quel magnetismo tale che pretende che ogni pallone passi dai suoi piedi. Alimenta polemiche, come quella che scoppiò quando Conte la assegnò a Thiago Motta per gli Europei del 2016. I tifosi reagirono come indignati: il 10 di Baggio, Totti e Del Piero a un centrocampista? All’epoca dovette intervenire l’agente dell’ex allenatore della Juventus, spiegando che il suo assistito mai aveva chiesto di indossare il 10. Aveva scelto Conte, giudicandolo meritevole di tale onore in una Nazionale povera di talento. Anche oggi quel numero è speciale. La Juventus la scorsa estate l’ha assegnato a Yildiz, come simbolo del nuovo corso. All’Inter la porta capitan Lautaro, al Milan Leao.
Il Milan e la maledizione della 9
I rossoneri sono a caccia di una punta. Un 9 “alla Giroud”, ha spiegato il ds Tare. L’attaccante francese è stato l’unico in grado di sfatare quella che per molti era diventata “la maledizione della 9”. Dopo l’era Inzaghi, infatti, nessun centravanti del Milan è riuscito a indossare quella maglia replicando prestazioni e numeri in zona gol di SuperPippo (126 reti in 300 presenze, una ogni 144 minuti). Un incantesimo spezzato dopo 10 anni e tante illusioni. Nessuno è riuscito anche solo ad avvicinarsi a Inzaghi, nonostante curriculum eccellenti. Questi, in ordine cronologico, i possessori della 9 milanista: Pato, Matri, Fernando Torres, Destro, Luiz Adriano, Lapadula, André Silva, Higuain, Piatek e Mandzukic. Il migliore per rendimento? Lapadula. Servono spalle forti: Gimenez a gennaio ha scelto il 7, lo stesso numero di Lukaku al Napoli. Almeno per lo scorso anno. Dal prossimo tornerà al 9. Un simbolo, anche per lui.