MILANO – Sembra passato un secolo da quando Benjamin Pavard, in barella dopo una distorsione al ginocchio, mostrò il pollice ai tifosi. Il gesto gladiatorio scatenò il boato del settore ospiti a Bergamo. Un anno e mezzo dopo, quegli stessi interisti si scagliano contro il francese, che ha lasciato il ritiro americano per infortunio, ma è comparso in foto mentre giocava a padel con Theo Hernandez. L’interpretazione dei tifosi, scottati dall’affaire Çalhanoglu-Galatasaray, è: “Se ne vuole andare anche lui”. La sintesi è brutale, forse eccessiva. Ma è un fatto che nello spogliatoio dell’Inter la tentazione di salutare, dopo la débâcle di Monaco e l’addio di Inzaghi, ci sia. Il tempo dirà che effetto avrà avuto sui compagni l’invito fatto in tv da Lautaro: «Chi non vuol stare, se ne vada». Reazione d’orgoglio o incentivo all’esodo?
I club interessati a Dumfries
Il presidente Beppe Marotta spera che il dilemma si risolva presto, per avere tempo di vendere bene chi vuole partire e rimpiazzarlo. Si è affrettato a chiarire che il bersaglio degli strali di Lautaro sarebbe stato il solo Çalhanoglu. Ma si è sentito chiamato in causa Dumfries, tra i primi a esprimere privata solidarietà al turco. Una clausola del suo contratto, valida fino alla metà del mese, prevede che possa liberarsi per 25 milioni, se a pagarli sarà un club straniero. Su di lui hanno raccolto informazioni Chelsea, United, Tottenham e Aston Villa. Ma a fare sul serio potrebbe essere il Barcellona.
Anche Bisseck ha tanti corteggiatori
Altro interista solidale con Çalha è Yann Bisseck, anche lui corteggiato da mezza Premier: dal Tottenham al West Ham, dall’Everton allo United. Ma è nulla rispetto al pressing a cui sono stati sottoposti gli alfieri di quello che Marotta chiama “zoccolo duro italiano”, ora arroccato a difesa del capitano. La campagna per convincere Barella a trasferirsi a Liverpool la condusse Klopp. E Bastoni, inseguito fra gli altri da Guardiola, prima del Mondiale per club ha spento le voci su un suo possibile trasferimento in Arabia: «Io resto qui».
Marotta mette fretta
Come andrà a finire è presto per dirlo. All’assemblea di pace convocata da Chivu a Charlotte hanno avuto modo di chiarirsi Lautaro e Thuram, che aveva messo “like” al post in cui Çalhanoglu bollava come divisive le parole di capitano e presidente. E che piace al Psg, oltre che in Premier. Mancavano però molti protagonisti, già rimpatriati per «curarsi da infortuni», e spegnere «voci che non fanno bene»: da Frattesi a Bisseck, da Pavard allo stesso Çalhanoglu. Magari alla ripresa degli allenamenti ci saranno ancora tutti. Magari no. Marotta mette fretta. Il tempo gioca contro l’Inter, e quindi a favore dei club che hanno nel mirino i nerazzurri. Aspettano il momento giusto per l’affondo. Magari a fine mercato, periodo di saldi sui cartellini.