Torino – A dar retta alle espressioni del viso, alla tensione o alla rilassatezza dei muscoli facciali e alla misura dei sorrisi, Tudor appariva più disteso quando ha messo piede negli Stati Uniti, il 14 giugno, di quando si è imbarcato sull’aereo del ritorno, 18 giorni più tardi. Avranno senz’altro pesato le due sconfitte con cui si è chiusa l’avventura mondiale, ma il sottile incupimento è sembrato progressivo, come se il tempo gli avesse messo sotto gli occhi le lacune da colmare, principalmente, anche se lui s’è detto «deluso da nulla». All’inizio, aveva ribadito la convinzione che la squadra così com’è, con due o tre rinforzi ben messi, sarebbe stata competitiva: «Quello che ho detto lo pensavo», fu la conferma che diede. Ma a fine torneo, alla stessa domanda non ha dato la medesima risposta, preferendo rimanere sul vago: «Con la società ne abbiamo già parlato e ne parleremo ancora. Quando sei impegnato su tre fronti, serve una rosa di qualità».
Il colpo David sul mercato
Con l’arrivo di David, colpaccio dell’estate, la Juve si è già portata parecchio avanti col lavoro, ma tra le pieghe del non detto s’intravede in ogni caso la necessità di Tudor di andare oltre al concetto dei “due o tre rinforzi”, senza contare che si aspetta anche un irrobustimento della struttura tecnico-dirigenziale perché mancano due figure chiave nell’organigramma, ovvero il direttore sportivo e quello che il dg Comolli aveva definito “direttore tecnico”, ovvero un elemento di collegamento tra Tudor e la dirigenza e di cui l’allenatore avverte il bisogno. Gli è stato garantito che lo avrà per la ripresa dei lavori, a fine luglio.
Tudor preferisce Conceiçao a Sancho
Intanto, il croato ha soppesato le certezze che si sono consolidate e i dubbi che sono riaffiorati. Il Mondiale ha ribadito in maniera perentoria la centralità di Yildiz, l’uomo intorno a cui tutto girerà. Ma Tudor ha ricevuto segnali positivi pure da altri futuri indiscutibili titolari — Di Gregorio, Kalulu, Cambiaso, Thuram, Locatelli — e dai due che ne sono usciti maggiormente rivalutati, ovvero Alberto Costa, vera rivelazione del torneo, e Conceiçao, che in campionato non era stato valorizzato ma che negli Usa è salito di status, tant’è che Tudor sta premendo affinché venga riscattato dal Porto (il prezzo è alto, 30 milioni): lo preferisce a Sancho, l’alternativa se i portoghesi non faranno lo sconto.
Vlahovic indifferente, Douglas Luiz fuori dai radar
L’altra faccia della medaglia sono quelli che hanno accentuato lo scollamento che già c’era: tolto Vlahovic, che ormai è un caso a parte e si diverte pure a provocare sui social, è definitivamente uscito dai radar Douglas Luiz, 90’ in panchina tre volte su quattro, e ha perso posizioni Nico Gonzalez, retrocesso a riserva di Alberto Costa come esterno e di Conceiçao come trequartista. E Koopmeiners, sempre impiegato in avanti e non a centrocampo, dove lui invece preferirebbe giocare, resta un enigma, anche se ha la scusante nella forma imperfetta dopo il lungo infortunio. Ma in un’ipotetica formazione ideale della Juve che verrà, lui per adesso non c’è.