Calciatori che fanno giri immensi e poi ritornano, e intanto invecchiano. O viceversa. È il mercato dell’ancora tu. L’usato sicuro permette ai club di rischiare meno, e agli atleti di orientarsi tra le stanze di casa — tinello, cucina, soggiorno e bagno, senza smarrirsi. Siamo diventati un campionato di provincia, da dove si decolla giovani per emigrare e dove si tramonta, tornando per l’ultimo giro di giostra che magari è il penultimo, perché la serie A è una giostra che gira lentamente e non lascia indietro nessuno.
Il ritorno di Edin Dzeko
Edin Dzeko, 39 anni, è il capofila delle fuoriserie a cui il meccanico ha portato indietro il contachilometri: l’ha preso la Fiorentina, e lui sta lavorando come un ragazzino per essere all’altezza, non solo della squadra che l’ha scelto ma di sé stesso. Perché l’orgoglio è il nutrimento dei campioni, e nessuno vuole mettere tristezza facendosi il verso o l’imitazione. Ciro Immobile di anni ne ha quattro meno di Dzeko, e anche lui torna dalla Turchia: va a Bologna, dove il gioco è un valore supremo e dove bisogna correre. Ma sempre di Italia si tratta, e l’ex Scarpa d’oro pensa di non essere diventato un infradito. Metterà esperienza e sapienza nella sfida più difficile, che è contro il tempo, in una pizza però che ha offerto una seconda giovinezza a Signori e Di Vaio.
Morata capitolo quarto
La serie A ha il passo ridotto, e non è un caso se molti dei tornanti, non nel senso delle ali ma dei viaggi, sono mezze punte o punte. Lo è Álvaro Morata, proprietà Milan ma diretto a Como dopo un prestito al Galatatasay, altro percorso turco che non ha dato gli esiti sperati. Lo spagnolo è un bucaniere di molti mari e non è mai vissuto di rendita: non lo farà neppure sull’altro ramo del lago di Como, lui e i suoi 32 anni obiettivamente ben spesi.
Il duo canadese
Sgomita in area o appena un po’ più indietro anche Federico Bernardeschi, reduce da tre stagioni in Mls: dopo Firenze e Juventus ha saputo divertire il pubblico di Toronto con i suoi numeri, e quello dei social con i suoi video, e adesso pure lui è atteso da Bologna. Il trentunenne Federico è un po’ fuoricorso, sebbene con intuizioni quasi da fuoriclasse. Quando a 28 anni se ne andò in Canada rivendicò la scelta: «Vedrete, sarà quello il futuro». Invece dev’essere davvero un luogo estremo, troppo lontano per non stancare anche chi aveva deciso di chiudere lassù la carriera: Lorenzo Insigne fa parte del gruppo, e adesso pure lui vorrebbe tornare. Ha 34 anni, non troppi per fare ancora la differenza in un calcio in cui saltare l’uomo sembra vietato.
Chi vorrebbe tornare
La Juve non ha mai rinunciato all’idea di riportare in Italia Victor Osimhen, ma lui è ancora in rampa di lancio e la clausola da 75 milioni vale solo per l’estero: difficile che il Napoli faccia sconti a una rivale. Conte potrebbe al contrario rigenerare Federico Chiesa, la cui esperienza al Liverpool è stata da dimenticare. E poi c’è Sandro Tonali, ora al Newcastle, grande rimpianto italiano: anche lui prima o poi tornerà. La serie A è la coperta di Linus di molti atleti: rassicura, riscalda e non disorienta. Qui tutti si conoscono, e la passione delle gradinate ha la memoria corta: si perdonano facilmente rivalità e passaggi spericolati, e gli ex non lo sono mai del tutto. Nessun addio è per sempre, ed è sempre possibile rimettersi con la ex o con qualche sua amica. Il campione di ritorno ha poco da dimostrare, non è una scoperta, deve solo soddisfare la curiosità del pubblico su ciò che è diventato. Sarà forte come prima? Meglio? Peggio? Le vecchie automobili hanno dei limiti, si sa, ma tutto sommato sanno essere robuste e affidabili. Basta un buon meccanico e vanno quasi da sole. Senza navigatore, ritrovano la strada di casa.
