A Parigi avevano un solo modo, per decidersi a diventare la squadra più forte dei prossimi dieci anni: tirare una riga sul passato e cancellare quella collezione di stelle e fallimenti costata miliardi e tramontata nella frustrazione. Messi è stato definitivamente rimosso una decina di giorni fa con una lezione di calcio collettivo al suo Inter Miami, mentre stasera, nella gran semifinale di New York tra Psg e Real, sarà molto più complicato scrostare ogni memoria di Mbappé, per la prima volta avversario e in buona parte anche nemico, benché rispetto a Messi abbia molti buoni ricordi tra i vecchi compagni di squadra (con Hakimi e Dembélé ha un rapporto fraterno), tant’è che fu tra i primi a congratularsi, senza invidia né livore, per il trionfo in Champions, la sua chimera.
Mbappé e la causa al Psg
Il nemico di Kylian è essenzialmente il presidente Nasser Al-Khelaïfi, l’uomo dal quale due anni fa si sentì prima preso in giro e poi tradito: quando ha fatto causa al suo vecchio club per ottenere 55 milioni di stipendi arretrati non pagati (la causa è aperta anche in ambito Uefa: a livello teorico, il Psg potrebbe ritrovarsi estromesso dalle competizioni europee) era ad Al-Khelaïfi che si rivolgeva, quando ha presentato denuncia per «molestie morali» era al gran capo che si rivolgeva. Quest’ultima querela è stata ritirata nei giorni scorsi (un segno di pace?), ma il procedimento è ancora aperto perché il tribunale può perseguire autonomamente questo tipo di reato.
Il più bel Psg senza Mbappé
Mbappé è il massimo goleador della storia del Psg (256 reti in 308 partite), ma il Psg più bello della storia è sbocciato senza di lui: oggi non c’è squadra al mondo che giochi meglio di quella di Luis Enrique, che ha dato spettacolo anche in questo Mondiale di calcio stanco. Kylian, andandosene, ha di fatto tolto un peso ai parigini, prima quasi obbligati (anzi, senza il quasi) a orbitare intorno a lui, che nel frattempo era riuscito a sbarazzarsi di Messi e Neymar. Appena prima che il Psg diventasse un modello di gioco d’insieme, Mbappé prese e se ne andò in un altro covo di semidei del pallone, però gli è andata così così: lui ha vinto la Scarpa d’oro ma il Real Madrid niente, e la convivenza con Vinicius e Bellingham non è stata proprio agevole.
Al Mondiale limitato da una gastroenterite
Come andranno le cose con Xabi Alonso ancora non si sa, visto che negli Usa il francese è stato atterrato da una gastroenterite acuta e ha potuto giocare soltanto un paio di spezzoni, anche se nel secondo ha già ritrovato la rete (al Borussia, in rovesciata). Nel frattempo l’ha sostituito un ragazzetto del vivaio, Gonzalo, che ne ha approfittato per segnare 4 volte: dev’essere una specie di karma, perché senza Mbappé anche Dembélé è esploso e adesso è il favoritissimo per il Pallone d’oro, l’altra chimera di Kylian. Quanti pensieri in testa avrà, stasera.