Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio, più macumbe varie ideate all’ombra dell’ultimo sale – vedi alla voce Romeo Anconetani – e maledizioni lanciate sulla fascia, come dardi che vanno a infilzare bambole e terzini avversari. E dunque, nella bolgia di fattucchieri da pianerottolo e stregoni iscritti all’ordine, cartomanti part-time e befane da parata che popolano con risultati altalenanti il mondo del calcio; dalla Cina arriva la notizia che la squadra del Changchun Xidu Football Club – militante nella China League Two, la nostra Serie C – è stata multata da un giudice poco sportivo di una cifra pari a 30.000 yuan , l’equivalente di circa 4mila dollari. La colpa? Aver inscenato una sorta di macabro rituale nei confronti della squadra avversaria, ovvero lo Shanxi Chongde Ronghai.
E insomma, gli incauti dirigenti del Changchun prima della partita avevano – come si legge testualmente dalla nota della Lega cinese – “collocato una serie di oggetti superstiziosi di stampo feudale nello spogliatoio della squadra ospite”. Rinvenuto (scherziamo ma anche no) svariati cornetti napoletani, ciondoli raffiguranti uomini gobbi e ferri di cavallo. Violato il regolamento, strapazzato il codice etico. E non si fa.
Il sale di Anconetani
La Cina sarà anche lontana, ma i riti pro/contro – nel nostro calcio – se ne stanno acquattati nel tinello del buonsenso. Se Anconetani a Pisa lanciava il sale in campo – 20 kg. prima di una sfida salvezza, poi gli fecero una radiografia alla mano – e Gaucci bruciava maglie non gradite, quella di Baronio ai tempi del Perugia, sul falò dell’ovvietà; ecco che Cellino si è distinto negli anni per essere stato ostaggio delle più svariate superstizioni, dal panino alla mortadella mangiato in tribuna, al numero 17 abiurato fino alla richiesta – “Vestitevi di viola” – rivolta ai tifosi.
Il Mago di Arcella al Processo
In tempi di preistorica televisione il Mago di Arcella andò ospite al Processo di Aldo Biscardi, lanciò tuoni e fulmini contro chi non credeva nelle sue doti, profetizzò lo scudetto alla Juventus – palo – ma azzeccò – nonostante l’ilarità generale – chi avrebbe vinto il Pallone d’Oro quell’anno. Era il 1986 e negli almanacchi viene riportato il nome di Igor Belanov, così come aveva anticipato il mago.
Liedholm e i consigli del Mago Maggi
Dal Mago Maggi ci andava Nils Liedholm, che dentro al cappotto infilava amuleti di tutti i i tipi. Certi consigli – “faccia giocare Scarnecchia” oppure “dia il numero 4 a un calciatore della Bilancia” – facevano per così dire parte della strategia di gioco, certe premonizioni invece suonavano sinistre. Una volta, prima di una tournée, il Mago ammonì Liedholm. “Mister, non parta: le stelle mi dicono che in Argentina morirà un allenatore del Milan”. Liddas rimase a casa. Il suo vice, il povero Alvaro Gasparini, morì di infarto.
Le corna di Oronzo Pugliese
Avanti con i maghi. Il Mago di Turi, così era soprannominato Oronzo Pugliese, faceva le corna agli avversari che gli passavo accanto, quando – da allenatore – stazionava vicino alla fascia laterale. Il mago Pepe di Malaga qualche anno fa ha raccontato di essere stato incaricato di provvedere a silenziare l’estro di Cristiano Ronaldo con qualche rito voodOO. La seguente pratica, lo ricorderete, fu il “casus belli” della disfida tra Ibra e Lukaku, con il primo che accusò la madre del collega di essere una specialista.
La bambola con gli spilloni di ‘Nkono
Cosa (non) si fa per vincere. Thomas ‘Nkono, leggendario portiere del Camerun negli anni 80, venne persino arrestato: durante un Camerun-Mali, lui era in panchina come preparatore dei portieri della nazionale, venne colto in flagrante mentre posizionava una bambola infilzata di spilloni dietro alla porta del portiere avversario.
La maledizione di Bela Guttmann
La più maledetta delle maledizioni – nel calcio europeo – è quella che riguarda Bela Guttmann, l’allenatore ungherese che allenò il Benfica nel suo periodo di maggior successo, con la doppietta in Coppa Campioni. trofeo vinto nel 1961 e nel 1962. Forte di tali trionfi, Guttman chiese un premio in denaro ai dirigenti. A fronte del rifiuto, sdegnato se ne andò e annunciò che “Da qui a cento anni nessuna squadra portoghese sarà due volte campione d’Europa e il Benfica senza di me non vincerà mai una Coppa dei Campioni”. Sbagliò la prima previsione, ma finora ha azzeccato la seconda (il Benfica da allora ha perso cinque finali, ma c’è tempo fino al 2062).