Per allenare i ragazzi su un campo di calcio non è richiesto essere Socrate o Gesù, ma forse sarebbe meglio non essere quello delle 67 bestemmie in una sola partita, quasi una al minuto escluso il recupero (Empoli-Salernitana, 2001), o quello che ha preso a calci un collega, Mimmo Di Carlo, dopo essere stato espulso in un Parma-Catania di serie A, stagione 2007/2008. Silvio Baldini, quasi 67 anni, evidentemente il suo numero, nato a Massa, non lontano dalla Carrara di Gigi Buffon (ci torneremo) è un personaggio un po’ così. Divisivo, a essere generosi. Un tipo sanguigno, a volte troppo, come quando ha preteso di rispondere solo alle domande che gli garbavano, uno che una volta impedì ai fotografi di ritrarre la propria squadra, sconfitta. Maleducazione o spirito naif? Baldini è senza dubbio naif assai.
Ora gli danno la panchina dell’Under 21 sulla quale, per dire, in passato si sono seduti personaggi come Bearzot, Vicini e Cesare Maldini. Il presidente federale Gravina definisce Baldini «una persona di valore e di valori», forse dev’essersi perso qualche passaggio. Tra parentesi, non è che Silvio Baldini a livello di risultati sia una via di mezzo tra Vittorio Pozzo, Ancelotti e Guardiola: lunghissima carriera in provincia, qualche lampo rimarchevole (promozioni a Empoli e Palermo, e ha appena riportato in B il Pescara), sempre piuttosto lontano dal calcio delle grandi piazze, a parte le esperienze in Sicilia, non pochi esoneri e dimissioni, e quell’atteggiamento da capo branco. Forse il principale vivaio di una Nazionale in crisi spaventosa avrebbe avuto bisogno di un allenatore di maggiore equilibrio e di nervi più distesi. Insomma, l’Italia per risollevarsi si affida ai tipi tranquilli e introversi, Gattuso, Baldini.
«Morirò da solo, come un capo indiano», disse una volta il neo allenatore degli azzurrini. Quante frecce al suo arco? Si fece apprezzare allenando gratis la Carrarese, per rimettersi in gioco, otto anni fa. Ma tra i meriti di Baldini non va dimenticato di avere avuto come tecnico, in gioventù, Adriano Buffon, padre di Gigi che, come capo delegazione azzurra, potrebbe aver messo la parola decisiva per la scelta del suo grande amico Silvio.