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Mattarella, il grazie alle azzurre in lacrime: “Siete un orgoglio per l’Italia”

La Nazionale al Quirinale dopo l’Europeo. Girelli: “Meritiamo rispetto”. Il presidente: “Per le donne c’è tanto ancora da fare”

Roma – «Abbiamo la consapevolezza di valere e di poter sognare in grande…». Cristiana Girelli scoppia a piangere. Nella Sala degli Specchi parte l’applauso. Il più convinto è il presidente Sergio Mattarella. Continua la capitana delle azzurre: «Sappiamo che sulle nostre spalle non abbiamo solo la maglia azzurra, ma il sogno di tante bambine che vogliono arrivare lì dove siamo noi: ogni bambina con un pallone in mano ha diritto a sognare». Commozione e orgoglio si mescolano al Quirinale, dopo che la nostra Nazionale si è vista sfuggire la finale agli Europei di calcio in Svizzera a un minuto dalla fine. «Non è quel momento a definirci: è il cammino. Siamo un collettivo che sa cadere senza spezzarsi».

Mattarella: “Scritta una bellissima pagina di sport”

La delusione per la semifinale persa contro l’Inghilterra però pesa. Mattarella era pronto a volare a Basilea, domenica, per la finalissima (sarà Spagna-Inghilterra). Ha visto tutte le partite in tv, («gli impegni me lo consentivano»), e come tanti italiani è rimasto affascinato dallo spirito di squadra: «Che magnifico torneo! Avete scritto una bellissima pagina di sport», si complimenta. Perciò le ha volute al Colle: «Avete fatto onore al Paese, alla maglia e alla bandiera, voi il vostro trofeo l’avete conquistato, perciò dovete evitare di restare prigioniere della successione di numerosi episodi sfortunati, da ultimo quella magnifica parata della nostra portiera su rigore che faceva ben sperare per i rigori».

Tutte hanno rinviato le ferie pur di esserci

«Gli episodi sfortunati» sono i seguenti: l’Italia ha preso gol al sesto minuto di recupero, e poi, nei tempi supplementari ormai agli sgoccioli l’ha condannata un rigore che a molti osservatori è parso dubbio. Le inglesi dapprima l’hanno sbagliato, e segnato solo sulla ribattuta. Ma non è che da questi particolari che si giudica una Nazionale. E il messaggio che hanno mandato al Paese è più potente del dato sportivo. Perciò il Capo dello Stato le ha volute con sé, «vi ho chiesto di fare una piccola deviazione», tutta la delegazione ha cambiato i piani di volo e rinviato di un giorno le ferie pur di esserci, con loro il commissario tecnico Andrea Soncin («la delusione sta lasciando spazio all’orgoglio»), il presidente del Coni Luciano Buonfiglio, quello della Federcalcio Gabriele Gravina, il ministro Andrea Abodi.

Mattarella: “Da sempre per le donne è stato più difficile”

È anche l’occasione per un discorso più ampio sulla condizione della donna, non solo nello sport. Il presidente della Repubblica cita l’articolo 3 della Costituzione, sull’uguaglianza, le pari opportunità. «È sempre stato tutto più difficile per le donne, sin dalla preistoria. E c’è tanto ancora da fare. Ma lo sport serve anche a questo, a migliorare la condizione delle relazioni sociali, le consolida e le rafforza. E voi l’avete fatto, dando un contributo importante per rendere il Paese più giusto e consapevole».

Girelli: “Spero nella crescita del movimento”

Girelli, centravanti della Juventus, spera che la vetrina televisiva — in quattro milioni hanno visto la sfida con le inglesi — aiuti il movimento: «Meritiamo rispetto e visibilità. E ogni bambina con un pallone in mano ha diritto a sognare». «La nostra è una vittoria culturale», ricorda mister Soncin, emozionato. «Abbiamo sentito il Paese stringersi attorno a noi, la delusione per quanto avvenuto la stiamo superando pensando al nostro percorso». «Oggi non abbiamo festeggiato una vittoria ma un successo intangibile, che è anche più duraturo. Le azzurre sono il simbolo dell’Italia migliore che non si ferma mai e si rialza dopo le cadute», lo consola Gravina. Buonfiglio fa i complimenti a Soncin. Gravina annuisce. E gli italiani hanno imparato a memorizzare i nomi di Barbara Bonansea, Laura Giuliani, Elena Linari. Le azzurre regalano al presidente la maglia verde numero 10 con tutte le firme e la dedica: «Al nostro presidente». Scena finale: il selfie col Capo dello Stato. Grandi sorrisi. Ci sono sconfitte che valgono più delle vittorie.

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