MILANO – È già diventato il centrocampista più costoso della storia del Milan, pagato 38 milioni bonus compresi al Bruges. Ardon Jashari è stato obiettivo e sogno realizzato dell’estate rossonera. Martedì sera è sbarcato a Linate, mercoledì ha firmato il contratto da 2,5 milioni a stagione che lo legherà al Diavolo fino al 2030. Ha già scelto la maglia, la numero 30, in passato indossata tra gli altri da Leonardo e Redondo. “Ciao rossoneri, sono molto felice di essere qui. Non vedo l’ora di incontrarvi e Forza Milan”, le prime parole dello svizzero, che ha spinto tanto per questa nuova avventura. Del Milan si è innamorato nel 2011, quando a otto anni venne a San Siro per vedere una partita di Champions con il Barcellona, finita 3-2 per i blaugrana: “Ero incredibilmente orgoglioso di essere lì. Da quel giorno, è sempre stato il mio sogno giocare a San Siro”. Desiderio esaudito.
Le passioni per padel e moda
Jashari è nato in Svizzera da genitori albanesi, originari della Macedonia. Da bambino giocava nel cortile di casa con il cugino Lindon (che oggi nel Widzew Lodz, in Polonia), calcisticamente è cresciuto nel Lucerna, dove prima del salto da Primavera a prima squadra fu scartato. Rischiò di smettere, fu convinto a proseguire da Sandro Chieffo, factotum nelle giovanili del Lucerna, oggi al Grasshopper. Si deve a lui anche la mossa che ha cambiato le prospettive di Ardon, trasformato da trequartista a mediano. Lo scorso anno il passaggio al Bruges per 6 milioni di euro, dodici mesi dopo il grande salto al Milan. Fuori dal campo Jashari è attento alla moda: per firmare con i rossoneri si è presentato elegantissimo a Casa Milan. Gioca a padel, è ambassador di due brand: uno di gioielli (“Giberg”) e l’altro di mate (“Puerto Mate”).
Dove giocherà Jashari nel Milan
Oggi l’esordio a Milanello, per una doppia seduta mattina e pomeriggio preludio alla partenza per Dublino, dove sabato il Milan giocherà in amichevole con il Leeds (domenica la sfida al Chelsea a Stamford Bridge). Al Diavolo porta la sua caratteristica principale: il dinamismo. Jashari è un centrocampista moderno, abile in entrambe le fasi, muscolare ma anche di palleggio, che sa leggere gli spazi. Allegri lo schiererà come mezzala sinistra (Ardon è mancino) nel centrocampo a tre, accanto a un regista (Modric o Ricci) e a un’altra mezzala fisica con spiccate capacità di inserimento (Loftus-Cheek o Fofana).
Cosa porterà Jashari al Milan
In quel ruolo potrà aiutare innanzitutto nello sviluppo della manovra: al Bruges in costruzione aveva la tendenza ad abbassarsi tra i centrali, quindi nel Milan può diventare una sorta di play aggiunto all’inizio dell’azione, bravo anche ad uscire palla al piede in conduzione dalla metà campo difensiva a quella offensiva. È aggressivo nel primo pressing, attacca l’avversario costringendolo a giocare di spalle. Una vivacità che andrà modulata a seconda delle richieste tattiche di Allegri.
Il “rischio De Ketelaere”
Può migliorare in zona gol: nell’ultima stagione ne ha segnati solo 4 in 52 partite. E poi, soprattutto, dovrà affidarsi a Max per capire il calcio italiano. Il passaggio dal Belgio alla serie A non è semplice, come insegna il caso De Ketelaere. Jashari andrà gestito e aspettato. Con i tempi giusti, può cambiare il centrocampo del Milan che verrà.