Multa da 5.000 euro per Lamine Yamal e Robert Lewandowski. È questa la decisione dell’Uefa dopo la semifinale di Champions League tra Inter e Barcellona, giocata a San Siro il 6 maggio scorso. I due attaccanti blaugrana non si sarebbero presentati in tempo al controllo antidoping previsto a fine gara. Un’infrazione procedurale che ha portato alla sanzione economica, senza ulteriori conseguenze sportive.
Tempistiche non rispettate
Lewandowski, che aveva saltato l’andata per infortunio ed era entrato solo nei minuti finali della sfida di ritorno, ha ricevuto la stessa multa di Yamal, protagonista assoluto per larghi tratti del match. La comunicazione dell’Uefa fa riferimento al mancato rispetto delle tempistiche imposte per il test, ma non lascia intendere alcun sospetto sul piano sostanziale.
Stangata per Flick
Stangata più pesante per l’allenatore del Barça Hansi Flick, fermato per una giornata e multato di 20.000 euro per «violazione delle norme basiche di condotta decente». Una definizione che fa riferimento al comportamento tenuto durante e dopo la partita nei confronti dell’arbitro polacco Marciniak, accusato dal tecnico tedesco di aver gestito la gara a favore dell’Inter. Al termine dell’incontro Flick si era rivolto direttamente al direttore di gara: «Gli ho detto quello che dovevo dirgli», aveva dichiarato. Nel mirino il rigore concesso per fallo su Lautaro e trasformato da Calhanoglu, oltre a un tocco di mano di Dumfries non sanzionato nel finale. Stessa sanzione, economica e sportiva, anche per il vice allenatore Marcus Sorg, coinvolto nella contestazione arbitrale che ha completato una serata tesa e polemica per il Barcellona.
