TORINO – Tudor ha fatto sapere che c’è molta più Juve di quel che sembra e che le risorse le può trovare anche tra le pieghe degli scontenti, perché gli umori cambiano e non si può vivere imbronciati per sempre. Il mercato finora gli ha dato poco, anche perché poco gli ha tolto: senza vendere non si può comprare, ma quest’estate i bianconeri hanno deciso di non buttare preventivamente a mare nessuno (al contrario di un anno fa, quando la schiera dei fuori rosa era folta e prestigiosa), nemmeno quelli col muso lungo o per i quali Comolli accenderebbe un cero, se qualcuno se li portasse via.
I nuovi-vecchi acquisti
Ieri la Juve ha vinto 2-1 in casa del Borussia Dortmund (81.365 spettatori, un gol per tempo di Cambiaso, molta emozione per l’addio al calcio di Hummels): ha giocato due terzi di partita con la formazione titolare e l’ha fatto molto bene, ma quando ha messo tutti gli altri (Rugani per Bremer dopo l’intervallo, poi dieci cambi in un colpo solo dal minuto 65) la tensione collettiva non è calata, nonostante in campo ci fossero almeno quattro giocatori smaccatamente in vendita, vale a dire Vlahovic, Douglas Luiz, Miretti e Djaló, oltre al giovane Adzic (Nico Gonzalez era invece infortunato). Tutti hanno recitato la parte, il gol tedesco di Beier è arrivato solo all’ultimo e alla fine Tudor ha riunito gli undici che hanno concluso la gara e parlato con loro per un minutino. Con chi è ai margini non ci si comporta così, con questa dedizione, «ma io lavoro con tutti quelli che ho a disposizione, li tratto come è giusto e poi vediamo cosa succede. È opportuno fare così, perché non si sa che cosa possa capitare».
Serve vendere
Questa strategia allenta la necessità della Juventus di comprare, ma pure l’urgenza di vendere: è anche una tattica commerciale, perché così può condurre le trattative senza farsi prendere alla gola dalla controparte. La squadra titolare è fatta e su quella si sta lavorando: Yildiz, centralissimo anche ieri, ne è il perno, Kelly ha conservato il suo posto in difesa, Bremer ha ancora bisogno di rodaggio, David non si è reso pericoloso ma ha svolto un eccellente lavoro di sponda e di difesa del pallone (e ha messo becco nel secondo gol). A Tudor farebbe però comodo che si alzasse il livello delle alternative, a cominciare da Kolo Muani, ma nel frattempo sfrutta ciò che ha e ieri si è persino visto un buon Douglas Luiz, impiegato più vicino alle punte: «Lo vedo meglio lì piuttosto che davanti alla difesa». Lo vede, in ogni caso.
La partita di Vlahovic
Anche Vlahovic si è comportato con giudizio, ma del resto è da quando ha rotto con la Juve, e sono ormai più di sei mesi, che ha sempre tenuto questa linea, mantenendo un atteggiamento estremamente professionale, senza mai sgarrare nei comportamenti. Tudor si augura di avere, a fine mese, Kolo Muani e non lui, un centrocampista muscolare e non Douglas (intanto sta lavorando sull’arretramento di Koopmeiners) e un elemento offensivo invece di Nico Gonzalez, ma è abbastanza realista da sapere che potrebbe anche non accadere nulla. I nomi citati dopo tutto non sono delle scartine, ma gente che la Juve ha pagato milioni a decine: quando hanno deciso di spenderli, ci avranno pur visto una valida ragione.