Il campionato avrà più fantasia di tutti noi. Scommettiamo? Sarà più brillante di questo mercato di poche idee e pochissimi denari, saprà proporre novità invece delle repliche così rassicuranti, quei ritorni forse non di fiamma ma di indirizzo sì, nelle vecchie case ritrovate da Allegri, Pioli, Sarri e Di Francesco, ma anche da Chivu e Pisacane, che nel loro spogliatoio di giocatori avevano lasciato una copia delle chiavi. Vista così sembra una replica: ma il calcio è quasi sempre originale.
Nuovi 12 allenatori
Pochi giorni, pochissime ore ormai, prima di cominciare la stagione a trattative comunque aperte. La girandola dei nomi è quasi senza vento, perché sta facendo girare sempre gli stessi, Lookman, Sancho, Kolo Muani, qualcuno alla fine verrà, tornerà o si sposterà, niente di memorabile a occhio ma poi qualcosa succede. La serie A riparte senza il suo ultimo capocannoniere, Retegui d’Arabia, riuscirà a non farlo rimpiangere il neo milanista Boniface? Appena cinque allenatori di oggi erano al via anche un anno fa: i nuovi sono addirittura 12, nel paradosso di un calcio che ormai propone fotocopie, nessuno più gioca col trequartista che tanto ci faceva divertire.
Modric e De Bruyne i grandi colpi
Invece di cercare i centravanti, molti hanno speso per i centrali, sebbene il più apprezzato (Leoni) sia finito tra i leoni d’Inghilterra, 35 milioni e se l’è preso il Liverpool: per metterlo in panchina? Il gran colpo è un quarantenne, Modric, seppure sublime, e questo dice quasi tutto. L’altro asso, De Bruyne, ne ha appena compiuti 34. Si comincia con tante domande, Nazionale compresa. Anche a lei servirà la fantasia che ora non immaginiamo, ma c’è.
Napoli, Hojlund in pole per sostituire Lukaku
Per i campioni d’Italia che sabato alle 18.30 apriranno la serie A contro il Sassuolo, l’incognita principale riguarda l’attacco. L’infortunio di Lukaku, che al momento non sarà operato, ha lasciato un vuoto che il ds Manna (sotto i ferri per una lesione al tendine d’Achille che si è procurato facendo jogging) sta provando a colmare in tempi brevi. L’obiettivo numero uno resta Hojlund dello United: ieri pressing sui Red Devils per provare a sbloccare la trattativa in prestito oneroso con diritto di riscatto, ma serve l’ok del danese, che preferirebbe trasferirsi a titolo definito. Col Sassuolo, intanto, toccherà a Lucca, punto di riferimento offensivo del 4-4-1-1 che Conte proporrà all’esordio. Il sistema di gioco prevede l’impiego dei Fab Four del centrocampo, il vero valore aggiunto del Napoli scudettato: McTominay, Lobotka, Anguissa e soprattutto il nuovo arrivato De Bruyne. Il belga agirà in posizione più avanzata, libero di sprigionare il suo talento. In porta, alla prima, Meret dovrebbe spuntarla su Milinkovic, in panchina con gli altri acquisti dell’estate Beukema, Marianucci e Lang. (Pasquale Tina)
Inter, Frendrup o Cissé
Dopo avere perso settimane nella trattativa con l’Atalanta per Lookman, ora complicata, l’Inter cambia strategia: visto che in attacco Bonny e Pio Esposito funzionano come alternative a Lautaro e Thuram, tanto vale investire in difesa e a centrocampo. Soprattutto se il round delle cessioni avrà successo. Marotta e Ausilio sono impegnati a piazzare Asllani, Taremi e Pavard, di cui Chivu volentieri farà a meno. Per il centrocampo, i nomi caldi sono Frendrup del Genoa, il giovane Cissé del Rennes e l’ex viola Amrabat. Un possibile rinforzo per la difesa è Solet dell’Udinese, ma restano in lista Chalobah e Disasi, in esubero al Chelsea. In ogni caso, è probabile che all’esordio contro il Torino a San Siro l’undici di partenza sarà quello di Inzaghi, con il 3-5-2 come modulo e Sucic a contendere un posto a Barella, Çalhanoglu e Mkhitaryan. Se il croato ha dato ottime risposte, Luis Henrique lascia invece dubbi. E dopo la partenza di Zalewski, manca un vice Dimarco. Il mercato non ha ringiovanito il gruppo. I veterani restano e il ricambio generazionale rimandato. (Franco Vanni)
Juve, David il vero affare
La Juventus ha finalmente risolto un problema liberandosi di Douglas Luiz, pagato 51,5 milioni un anno fa e adesso venduto al Nottingham Forest per 30, tra prestito e diritto di riscatto. La cessione del brasiliano non sbloccherà però il mercato bianconero, perché non comporterà l’arrivo di un centrocampista (a meno che Comolli non riesca a imbastire un’operazione in prestito) né accelererà il ritorno di Kolo Muani che, se tornerà, lo farà negli ultimissimi giorni di mercato. Domenica contro il Parma, Tudor presenterà quindi due soli volti nuovi, David e Joao Mario: il canadese si candida comunque all’Oscar come miglior affare di questo mercato. Tudor ha anche deciso di sistemare stabilmente Koopmeiners in mediana, dove entrerà in concorrenza con Locatelli. Se il mercato gli ha dato molto poco, l’allenatore croato sta ricevendo invece segnali molto positivi della squadra, perfettamente a proprio agio del 3-4-2-1 e brillante nelle due amichevoli giocate (e vinte) in casa di Borussia e Atalanta. Per lo scudetto, i bianconeri vanno tenuti in conto. (Emanuele Gamba)
Atalanta, Lookman cosa fa?
L’estate dell’Atalanta è per molti versi incomprensibile: al di là delle cessioni (non si potevano rifiutare i 67 milioni per Retegui né trattenere Ruggeri), i bergamaschi si sono ingarbugliati nella matassa Lookman (andrà? resterà? e se sì, con quale spirito e quale rapporto con i tifosi?) e hanno piazzato acquisti interessante ma a prezzo salatissimi e di certo non convenienti: 25 milioni per Krstovic, 17 per Soulemana, Zalewski e Ahanor. Il club nerazzurro ci aveva abituati ad altro, ma sembra quasi che l’addio di Gasperini dopo nove irripetibili stagioni abbia lasciato in eredità molto disorientamento. I Percassi non se la sono sentita di abbracciare una nuova filosofia di gioco e dopo aver sondato Sarri e Thiago Motta hanno preferito affidarsi al più ortodosso degli allievi del Gasp, Juric, reduce da mesi disastrosi tra Roma e Southampton e oltretutto più vocato al calcio difensivo che a quello offensivo: con lui i centravanti non se la sono mai spassata e in ogni caso Scamacca è lontano da una forma accettabile. (Emanuele Gamba)
Milan, la rivoluzione parte dal centro
Dopo settimane di ballottaggio fra Hojlund e Vlahovic, il Milan ha trovato il centravanti in Victor Boniface, 24enne del Bayer Leverkusen. Spaccatutto d’area, modello Osimhen, il nigeriano dovrebbe trasferirsi a Milano in prestito oneroso con diritto di riscatto a 30 milioni. La pazienza ha premiato i rossoneri, che a inizio mercato si erano sentiti rispondere dal club tedesco che il prezzo era di 50 milioni, da pagare sull’unghia. L’affare, vicino alla conclusione, è un’ottima notizia per Allegri, in vista dell’esordio in campionato contro la Cremonese a San Siro. La punta completa una rosa a cui Max, tornato a Milanello dopo 14 anni, ha ridato solidità e ordine tattico. Tomori è il perno del 3-5-2, capace di muoversi sia da centrale che da terzino. Modric e Jashari hanno compensato la partenza di Reijnders. Anche sul piano delle cessioni Tare è a buon punto: restano da piazzare solo Adli e Bennacer. Okafor è andato al Leeds per 20 milioni più bonus, portando a 177 i milioni incassati dalle cessioni di calciatori. (Giulio Cardone)
Gasperini vuole Sancho
L’estate della Roma ha avuto un nome al centro di tutto: Gian Piero Gasperini. Scelto dai Friedkin per riportare il club in Champions League, con pieni poteri e una gestione diretta del progetto. «Servono giocatori giovani, forti e pimpanti». La direzione l’ha indicata lui stesso e il ds Massara ha provato ad assecondarlo: 60 milioni spesi per portare nella Capitale Wesley, El Aynaoui, Bailey, Ferguson e Ghilardi. In attesa del colpo Sancho, indicato proprio da Gasp come rinforzo prioritario per l’attacco, da aggiungere ai poco convincenti Dovbyk e Ferguson. Blindati i gioielli Svilar, Ndicka, Koné e Soulé. L’obiettivo dichiarato è tornare tra le prime quattro e rientrare nell’Europa dei grandi dove la Roma manca da otto anni. Una stagione decisiva anche per centrare gli obiettivi finanziari imposti dal settlement agreement firmato con la Uefa. Costi, ricavi e pareggio di bilancio. Ma soprattutto un’idea di calcio che a Roma aspettano da tempo. Riproporre il modello Atalanta non sarà facile, ma il neo dirigente Ranieri è stato chiaro: «Gli abbiamo chiesto di fare il Gasperini. E vogliamo lo faccia per almeno tre anni». (Marco Juric)
Bologna, c’è Immobile
Il Bologna riparte con la continuità di Giovanni Sartori e Vincenzo Italiano, garanzia di solidità tecnica e gestionale. L’estate però ha imposto due cessioni pesanti: Ndoye, passato al Nottingham Forest per 42 milioni e Beukema, acquistato dal Napoli per 31 milioni. Due operazioni che hanno portato risorse importanti ma che obbligano a ridisegnare l’organico. Sartori ha seguito il modello già collaudato: individuare profili giovani a costi sostenibili da valorizzare. Così è arrivato Martin Vitik, difensore ceco del 2003 prelevato dallo Sparta Praga per 14 milioni. Accanto a lui, però, sono stati inseriti elementi di esperienza: Federico Bernardeschi, rientrato in serie A dopo l’avventura canadese, e Ciro Immobile, reduce dall’annata al Besiktas. Si riparte dalle certezze chiamate Orsolini, Castro, Lucumì (a meno di novità dal mercato) e si spera nella definitiva esplosione di Benjamin Dominguez.
Fiorentina, il vero rinforzo è Keane
Dopo le dimissioni improvvise di Palladino, la Fiorentina ha riportato in Italia Stefano Pioli. Il vero rinforzo dal mercato è stato trattenere a Firenze Moise Kean (25 gol lo scorso anno) dopo le avances estive dell’Arabia, aggiungere Roberto Piccoli (25 milioni) e puntare sull’esperienza di Edin Dzeko come alternativa all’attaccante azzurro. Dal mercato sono arrivati due giovani centrocampisti: Jacopo Fazzini dall’Empoli per 10 milioni e Simon Sohm dal Parma per 15. A questi si affiancano i riscatti di Albert Gudmundsson, Nicolò Fagioli e Robin Gosens, che consolidano l’ossatura della squadra.
Como, 12 volti nuovi
Il Como invece ha scelto una strada ben precisa in questa estate di calciomercato: spendere tutti i suoi soldi in dribbling. Oltre 110 milioni per 12 nuovi acquisti: tra i più costosi Baturina (25), Rodríguez (22,5), Addai (14), Kühn (19) e Perrone (13). Tutti profili coerenti con le idee di Cesc Fabregas. Preferibilmente spagnoli o di scuola iberica, giovani (Alvaro Morata è l’eccezione) ma soprattutto bravi a saltare l’uomo, a prescindere dalla posizione in campo.
Lazio bloccata, Sarri la garanzia
Letteralmente all’opposto c’è la Lazio, bloccata sul mercato per aver sforato i parametri finanziari imposti dalla Figc. Niente acquisti e un solo volto nuovo, che però dovrebbe essere una garanzia: quello di Maurizio Sarri, tornato a Formello dopo l’anno targato Baroni. Proprio l’ex allenatore biancoceleste è arrivato sulla panchina del Torino, rafforzato dagli acquisti di Simeone dal Napoli e Aboukhlal dal Tolosa. Solita infornata di stranieri per l’Udinese – 9 giocatori nuovi per una spesa di 27 milioni – capace però di incassare quasi 90 milioni dalle cessioni. Discorso simile per il Parma che ha venduto per 70 milioni (Leoni, Bonny, Sohm, Man) e comprato per 30 (Frigan, Ordonez, Sorensen, Ndiaye). (Marco Juric e Giulio Cardone)