Si apprende con indubbia soddisfazione che il nuovo pallone del campionato, di nome Orbita forse in omaggio alle defunte rimesse a campanile, è ispirato alle linee dell’architettura, e in particolare alla matita del maestro Renzo Piano. E allora sappiate che i portieri, da quest’anno, quel pallone non potranno tenerlo in mano più di 8 secondi, altrimenti saranno puniti con un corner. Da bambini, al campetto, era un rigore ogni tre calci d’angolo, ma quella è un’altra storia. Saranno molte, le altre storie del campionato che tanto ci è mancato: come per i ragazzini, che quando non li vediamo da un po’ ci sembrano cresciuti un sacco. Nuove regole e nuove forme, chissà quanto capaci di incidere sul contenuto. Gli arbitri diventano creature parlanti come il grillo di Pinocchio: spiegheranno il perché e il percome delle scelte al Var, in diretta per il pubblico allo stadio e a casa. Le interviste dopo partita quelle no, non ancora. Arbitri che alzeranno il braccio e faranno segno con la mano aperta, quando ai portieri resteranno solo 5 secondi per sbrigarsi con la rimessa.
Le novità arbitrali
Gli arbitri, ancora. Con loro potranno parlare solo i capitani, ma senza che questo costituisca uno status particolare, nessuna impunità o maggiore comprensione. E per le proteste collettive scatteranno le ammonizioni, basta riunioni di condominio. Infine, se qualcuno calcia un rigore con il doppio tocco, scivolando (come in Atletico Madrid-Real Madrid nell’ultima Champions) o provandoci apposta, in caso di gol si ripete, e senza gol l’altra squadra avrà una punizione indiretta. Non si dovranno più, in teoria, fare acrobazie nel calendario in caso di partite rinviate: dovranno essere recuperate il giorno dopo, se possibile (ma, tra Coppe e nazionali, non sempre lo sarà). Per le gare interrotte si riprenderà entro le 24 ore, dalla medesima situazione di gioco. Nel campionato dove passa ancora lo straniero (due giocatori su tre lo sono) e dove i ragazzini non salveranno il mondo (26 anni l’età media, si sa che la popolazione invecchia e manda l’Inps in sofferenza), gli spettatori hanno già capito che per guardare devono sganciare: a parte il salasso delle tre piattaforme televisive necessarie per vedere tutto, rincarano anche gli abbonamenti: in media, del 10 per cento, anche se c’è chi ha congelato i prezzi (Fiorentina, Verona, Lazio), chi ha aumentato solo le curve (Cagliari: ma una volte non si chiamavano “popolari”?) e chi li vende in tre comode rate come una Seicento (la Juve). E, comunque è già tanto averlo, uno stadio: Milan e Inter dovranno consegnare il Meazza al Cio il 10 gennaio per le Olimpiadi, anche se una soluzione poi si trova sempre. Milan-Como, per dire, si disputerà nella vicina Perth, in Australia, che è appena dopo Pioltello, sempre dritto a destra.
Il nuovo pallone
Il campionato di calcio 2025/26 ci terrà compagnia fino al 24 maggio e sarà di nuovo asimmetrico: l’ordine delle partite del girone di ritorno non sarà speculare a quello dell’andata, e si dovranno attendere almeno 8 turni perché si ripeta lo stesso duello. Il cucchiaio degli abili spalmatori della Lega ha poi fatto in modo che la crema della serie A non faccia raggrumare sul pane i derby nella stessa giornata. Non accatastare troppo l’interesse ha senso, non solo per le televisioni. Si giocherà anche a Natale, Capodanno ed Epifania: gli allenatori che ci arriveranno, il panettone lo mangeranno in campo.
A proposito del nuovo pallone, sarà più impermeabile e più sensibile grazie a una specialissima schiuma (forse pensata per fare la barba al palo?). Un guaio per i calciatori meno tecnici, una manna per quelli che il pallone lo accarezzano, forse. Gli arbitri parleranno più con il pubblico e meno con i giocatori, come abbiamo visto, ma non vedremo quello che vedono loro: niente “bodycam”, esperimento tentato al Mondiale per club. Pare che a Collina non fosse dispiaciuta, ma la novità può attendere. Anche perché guardare con gli occhi dell’arbitro non aiuta a vedere meglio e fa venire il mal di mare.
Infine, dal punto di vista estetico. cromatico e stilistico sta per cominciare un torneo indimenticabile. Abbiamo letto per voi alcune schede di presentazione delle nuove divise. Il Cagliari ha disegnato sulla seconda maglia, bianca, “una trama grafica sublimatica ispirata ai riflessi mutevoli del mare sardo”. Il Como ha scelto “un blu marmorizzato su stampa astratta effetto acqua” e, dietro, la scritta “semm Cumasch”: come non ricordare allora quel famoso striscione dei tifosi della Fiorentina? “Voi Comaschi, noi colle femmine”. La Cremonese (Cremona è la città dei liutai) ha scelto “un pattern in cui le note del pentagramma sono protagoniste”. Il bianco della seconda maglia della Fiorentina “è ispirato a Santa Maria Novella”. La seconda maglia della Juventus (la prima, con righe bianconere di diverso spessore, propone inserti rosa) è color acquamarina e “si ispira alle coste italiane” (se Torino avesse il mare sarebbe una piccola Bari, dice il proverbio), mentre sulla terza, nera, compaiono tralci di vite come richiamo ai vini piemontesi di cui, forse, alcuni grafici fanno generoso uso.
Il Genoa ha “scomposto” il Grifone in diversi punti della divisa, come il cannolo scomposto da certi audaci chef siciliani. Il Torino ha disegnato i portici della città sulla schiena dei giocatori, e l’Inter ha crittografato parola “Inter” tra le righe, tipo vedo e non vedo, rendendo lievemente curve quelle sul ventre con un buffo effetto pancetta: in effetti si ingrassa un po’, mangiando il panettone in campo.